Libri, maggio 2012 - Una lettera, amorosa, alle donne di domani perchè il futuro sono loro. Libere sempre, l'ultimo libro di Marisa Ombra (Einaudi)
Bartolini Tiziana Domenica, 15/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2012
Settantatre sono gli anni di differenza tra Marisa Ombra e una giovane interlocutrice. Quando compiva i suoi 14 anni, nel “lontanissimo 1939”, la Seconda guerra mondiale irrompeva nella vita che “si svolgeva nella più assoluta normalità” mentre “le quattordicenni di allora si preoccupavano intensamente delle stesse cose che stanno in cima ai tuoi pensieri di oggi”. Il mondo era sconvolto da una violenza disumana e l’anoressia era stato il suo rifiuto dell’evidenza, la “difficoltà a spiegarsi il mondo e l’assenza di ragioni per esistere e nessuna motivazione per immaginare un futuro”. Lo scossone arriva dal padre, che coinvolge “tutta la famiglia nel lavoro clandestino preparatorio degli scioperi del ’43, quelli che, insieme allo sbarco degli Alleati in Sicilia, avrebbero decretato la fine di Mussolini”. Con la lotta partigiana guarì l’anoressia e “molti altri problemi che stavano agitando la mia adolescenza. Per esempio il come e il chi volessi essere”. Si osserva, Marisa Ombra, e si descrive, da staffetta, in un lavoro “solitario e perciò molto pericoloso”, accompagnato dalla paura di sbagliare ma anche da un sentimento di “potenza”. Arriva il parallelismo con l’oggi, il messaggio alla giovane con la quale conversa Ombra: “ a tutte si presenta il momento in cui è obbligatorio scegliere i mattoni sui quali costruire la propria vita”, i “fondamentali”. Tra questi, la libertà, assaporata in momenti o situazioni apparentemente banali, come “camminare da sola lungo i crinali e i sentieri delle Langhe”. E poi la bellezza della solitudine. Come si può spiegare il fascino della solitudine a giovani che sono ‘liberi’ di vedersi a qualsiasi ora, che si telefonano e si scrivono continuamente? Ma sono i momenti di rottura, con le consuetudini e con le tradizioni, quelli su cui maturano nuove consapevolezze, e le ragazze che - come Ombra - avevano scelto la lotta partigiana, insieme ai pericoli vissero (e inventarono) nuove modalità nei rapporti con gli uomini. “La Liberazione aveva liberato molte cose. Aveva rotto le gabbie… Ci si parlava. Si imparava a vivere in libertà”. Ma era solo l’inizio. “Il cammino per far diventare ordinarie quelle regole straordinarie si è rivelato lungo e tortuoso”, e l’impegno delle donne non è mai venuto meno.
Quali sono i miti della tua generazione, cara, giovane amica? La domanda non arriva per caso, da parte di chi ha vissuto tutta la vita innamorata di un mito: “L’errore più grande”, scrive Marisa Ombra, che poi ha fatto la grande fatica di “smitizzare il mito senza rinunciare alla passione” mantenendo fermi due punti: libertà e responsabilità. Eccoli, i ‘fondamentali’, spiegati a chi è nato sotto l’imperio del mito dell’estetica e del corpo in vendita. Apri gli occhi, cara, giovane, amica e, abbandonando la solitudine dell’automobile, prova la gioia di incontrare sull’autobus “una vasta umanità, varia e ricca di cose diverse da quelle che conosci”. Marisa Ombra passa la parola alla giovane e (per ora) silente amica, parte di quella “metà del mondo che è emersa”, meraviglioso “auspicio che già da solo basta a restituirti un futuro”. (T. B.)
Marisa Ombra
Libere Sempre
Una ragazza della Resistenza a una ragazza di oggi
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