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La tenerezza

La tenerezza

Questo di Gianni Amelio è un film magnifico, che mostra i sentimenti umani con delicatezza e intuizione.

Giovedi, 01/06/2017 - La tenerezza

A cura di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



Gianni Amelio regista e sceneggiatore con Alberto Taraglio, avrebbe potuto chiamare questo film “ L’Urlo”, emulando Edvard Munch, .perchè questo è un urlo senza suono, senza fine, che esce da ognuno dei suoi personaggi, che esce da lui stesso e dal pubblico di rimando.



Ma che lo abbia chiamato La Tenerezza ha un senso, e cioè il desiderio di cacciare il male dentro. L’Urlo irrompe nell’anima e libera tutti dalla tragedia assoluta, attraverso la Tenerezza di Michela.



Michela, interpretata dalla brava Micaela Ramazzotti, rappresenta la tenerezza dolce e scombinata, con il sogno di essere ballerina, nonostante la vita l’abbia portata su tutt’altra strada, riesce a danzare nonostante tutto, dal suo appartamento e quello di un vecchio avvocato napoletano Lorenzo (Renato Carpentieri) di non specchiata moralità professionale che faceva tutt'uno con il suo dove era venuta ad abitare con marito e due figli.



La terrazza che condividono diventa risorsa provvidenziale per la sbadataggine di Michela che dimentica sempre le chiavi in casa. Inizialmente chiuso in se stesso, l'avvocato si abitua al via vai.



Di più: quella vicinanza, e il filo di intesa con la giovane donna irresistibilmente esuberante, diventa ragione di vita.



Un film intriso di dolore e di familiarità con il dolore, ma anche inno alla vita: senza contraddizione.



Lorenzo è un anziano avvocato appena sopravvissuto ad un infarto. Vive da solo a Napoli in una bella casa del centro, da quando la moglie è morta e i due figli adulti, Elena e Saverio, si sono allontanati. O è stato lui ad allontanarli?



Ed è proprio al suo rientro dall'ospedale, che Lorenzo trova sulle scale davanti alla propria porta Michela, una giovane donna solare e sorridente che si è chiusa fuori casa, cui l'avvocato dà il modo di rientrare dal cortile sul retro che i due appartamenti condividono.



Quella condivisione degli spazi è destinata a non finire: Michela e la sua famiglia - il marito Fabio, ingegnere del Nord Italia, e i figli Bianca e Davide - entreranno nella vita dell'avvocato sorprendendo lui stesso.



Ispirato al romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Maraone, il film di Gianni Amelio va a stanare la tenerezza nascosta nelle stanze della casa oscura di Lorenzo.



Tutti i personaggi si parlano, senza dire mai fino in fondo ciò che pensano, eppure ogni loro parola, ogni loro sguardo lascia intravvedere squarci di dolorosa verità, e fa trapelare quel desiderio di essere amati che è, appunto, voglia di tenerezza.



Le donne di Amelio sono forti nella fragilità culturale.



Gli uomini eterni bambini alla ricerca della tenerezza materna.



E’ straordinario Elio Germano nella sua disperata voglia di Tenerezza.



Lorenzo parla solo con suo nipote Francesco, esortandolo a comportamenti trasgressivi come marinare la scuola o abbuffarsi di porcherie.



Vedovo di una donna che ha sistematicamente tradita, padre di due figli con cui non ha rapporto, Elena (Giovanna Mezzogiorno) che soffre della sua ostilità e Saverio (Arturo Muselli) che sceglie la strada dell’indifferenza, vuole vivere la sua vecchiaia a modo suo.





Tutto questo accade al centro di Napoli in un palazzo signorile del città. Tutto questo ha un senso teatrale dove si recita La Tenerezza che diventa l’interprete principale, di cui tutti abbiamo bisogno.



Una Napoli inquieta e caotica, come i personaggi, tra la penombra dei vicoli dei quartieri spagnoli e gli assolati grattacieli del centro direzionale.



Questo di Gianni Amelio è un film magnifico, che mostra i sentimenti umani con delicatezza e intuizione.

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