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La parità per l’ambiente: esperienze e valore delle donne

La parità per l’ambiente: esperienze e valore delle donne

Nell'incontro del 3 febbraio mondi produttivi, società civile e politica a confronto per un'idea di sostenibilità ambientale al femminile

Venerdi, 04/02/2022 -

Un incontro che ha voluto ragionare “sulla correlazione che intercorre tra le donne, la parità e la difesa dell’ambiente” quello organizzato da Noi Rete Donne insieme a NOIDONNE grazie alla generosa collaborazione di Giovanna Badalassi (Ladynomics) e Daniela Carlà, la quale, introducendo gli interventi, ha sottolineato come “il nesso tra democrazia paritaria e transizione sostenibile sia una traiettoria ineludibile che coinvolge le donne essendo lo sguardo femminile centrale per  la cura di cui ha bisogno il paese e il Pianeta”. Un appuntamento opportuno anche in vista della modifica della Costituzione nel senso della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi  "... anche nell'interesse delle future generazioni" (articolo 9) e dell'iniziativa economica che non può svolgersi in contrasto con la salute e l'ambiente (articolo 41).

Per lavorare in questa direzione occorre affrontare “i temi di genere con uno sguardo orizzontale e trasversale” ha spiegato Giovanna Badalassi, la cui solida esperienza professionale nel mondo produttivo ha permesso di aprire in questo webinar significativi affacci sul vasto capitolo dell’ambiente. Partendo da questo approccio, ha sottolineato che “dobbiamo collegare diversi piani di intervento tra il sociale e il vasto mondo produttivo che sta già lavorando per sviluppare con l’ambiente un rapporto diverso e innovativo grazie al contributo delle donne”.
Dall’industria alla cooperazione, gli interventi si sono snodati lungo queste tracce con i contributi di cospicue competenze manageriali.
Antonella Centra, executive vice president general counsel, corporate affairs & sustainability di Gucci, ha efficacemente illustrato le modalità con cui l’azienda interpreta e traduce la cultura ambientale, agendo in modo trasversale nei vari settori e sulla filiera produttiva, anche coinvolgendo i fornitori. “Il lavoro è iniziato tre anni fa, curando molto l’innovazione del metodo: è un’area in cui ho trovato sintonia con molte donne anche di altre aziende; nell’obiettivo dell’inclusione e della parità di genere. E non è un caso, perché come donne in questa fase abbiamo la possibilità di portare la nostra visione anche nell’obiettivo dell’inclusione e della parità di genere”. La piena attuazione del PNRR, del resto, si avrà se si introdurranno modifiche di sistema che tengano presenti una pluralità di sguardi.

Le ragioni dell’importanza, anzi dell’ineludibilità, del contributo delle donne nel settore del trasporto e della mobilità lo ha illustrato Sonia Sandrei, che in Enel Italia è responsabile dei progetti di elettrificazione e si sta occupando della transizione nel trasporto pubblico, “voce che contribuisce maggiormente alla produzione di CO2”. Per Sandei “in questo momento c’è l’opportunità di innescare un’accelerazione nella transizione energetica e nella valorizzazione di competenze femminili grazie alla loro capacità di elaborare un approccio multidisciplinare e interdisciplinare per formulare nuovi modelli”. Purtroppo mentre si è maturato un contesto favorevole ad accogliere alcune caratteristiche delle donne, come per esempio la capacità di dialogare, “si registra un peggioramento della presenza apicale delle donne: una tendenza che dobbiamo assolutamente contrastare soprattutto nel momento in cui per l’applicazione del PNRR ci sarebbe bisogno di più donne e del modello di leadership gentile, cioè collaborativa e non verticale, che ben sappiamo interpretare e che è più adatto alla gestione di questa fase”.

La voce del modello di impresa cooperativo l’ha portata Anna Manca, Presidente della Commissione Donne Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative, illustrando gli investimenti per migliorare la relazione con l’ambiente - anche sul piano culturale e nel rispetto dell’Agenda 2030 - che da anni pongono questa realtà all’avanguardia: dai bilanci di sostenibilità fino all’istituzione della Giornata della restituzione della sostenibilità con premi nei territori. “È molto apprezzata la capacità delle donne di coniugare innovazione e tradizione” ha sottolineato Manca, passando ad elencare i settori produttivi in cui le donne sono presenti: pesca, agricoltura, produzione di energia (utilizzando lo scarto delle produzioni agricole), per non parlare delle Workers BuyOut che con la cooperazione si mettono in gioco recuperando le aziende in crisi. “Il protagonismo delle donne nella cooperazione, che registra una base sociale femminile del 60%, è tangibile e la loro non adeguata presenza ai vertici comincia a mostrare una inversione di rotta, lenta ma significativa. Accanto all’approccio eco-sostenibile, è da segnalare la vocazione sociale delle imprese femminili che spesso si associano all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e alla loro inclusione sociale”.

 

Sabrina Alfonsi, assessora del Comune di Roma con deleghe all’ambiente, ciclo rifiuti e agricoltura, ha tenuto a valorizzare l’importanza della condivisione di elaborazioni e buone pratiche tra donne, che in comune hanno “l’idea della cura anche in senso femminista e una sensibilità per il futuro, lo sguardo sempre alle generazioni successive”. Altra questione su cui Alfonsi ha richiamato l’attenzione è la multidisciplinarità, poiché “la sostenibilità non è un tema a sé ma taglia trasversalmente tutte le materie”. Come amministratrice della Capitale che vanta le maggiori aree verdi e che è il più grande comune agricolo d’Europa, l’Assessora punta a “combattere le disuguaglianze e le fragilità anche attraverso progetti di food policy anche mettendo a produzione le terre pubbliche  con bandi rivolti a donne e giovani”. 

 

Di  un approccio che bilancia l’attivismo sociale femminile e femminista con l’impegno imprenditoriale ha dato testimonianza Annalisa Corrado, ingegnera meccanica nel campo delle energie, sottolineando che “un’economia diversa crea una società diversa” e raccontando l’esperienza dei green heros con le loro “economie generative, non aggressive e predatorie, progetto di cui è testimonial Alessandro Gasmann”. Non è un caso se “le donne protagoniste di questo progetto sono tantissime e hanno saputo interpretare al meglio questo spirito”. Il nodo, per Corrado, è affermare una leadership femminista fondata sui talenti delle donne, una rivoluzione “necessaria per rimuovere un potere patriarcale e machista e il suo approccio predatorio che è stato esercitato sull’ambiente così come sul corpo della donna”.

Con la riflessione sull’enciclica Laudato si di papa Francesco (2015), la giornalista Franca Giansoldati ha proposto una lettura dal punto di vista di genere di un documento da studiare e che propone uno sguardo articolato sul mondo, sui comportamenti da adottare e sui cambiamenti necessari. “Se la parola ‘donna’ è presente solo tre volte - osserva Giansoldati -, il testo si presta ad una lettura in chiave femminile più ampia, con riferimenti alle reti o alla figura di Ildegarda da Bingen, dottore della Chiesa e figura di Santa da riscoprire”.

In coda all’incontro Antonella Roselli e Susanna Pisano hanno riferito circa il contrasto sul piano legale della violazione delle norme sul riequilibrio di genere nelle nomine negli organi dell’Ente Parchi e sullo stato dell’arte della normativa, che va aggiornata; Serena Omodeo, in quanto architetta, ha segnalato la necessità di concentrarci sulla complessità legata alla sostenibilità anche nel campo delle costruzioni e del modo di progettare; Laura Cima ha suggerito di prendere contatti al Mise per capire quanti progetti del PNRR hanno impronta femminile.

“La responsabilità dell’ambiente invoca non solo i nostri diritti, ma anche i nostri doveri di cittadinanza come donne” ha osservato Giovanna Badalassi al termine e Daniela Carlà ha chiuso l’incontro sottolineando l’esigenza di continuare il percorso con ulteriori approfondimenti.


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