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La medicina di genere

La medicina di genere

Festival Donna&Salute - "... diversità tra i sessi anche nella medicina, così da garantire a donne e uomini il miglior trattamento possibile.."

Manuela Granaiola Domenica, 02/06/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2013

“La Medicina di genere rappresenta il tentativo di approfondire la diversità tra i sessi applicandola alla medicina, così da garantire ad entrambi il miglior trattamento possibile. La diversità si evidenzia, non solo a livello anatomico, ma anche e soprattutto a livello biologico, funzionale, psicologico, sociale, ambientale e culturale (…). Esistono ancora stereotipi e pregiudizi di genere, nella ricerca biomedica e nella medicina: dallo studio delle cause ai fattori di rischio per la salute, dai sintomi alla diagnosi; il problema di individuare un approccio alla medicina basato sul genere nasce dal fatto che tutti gli studi sperimentali sui farmaci sono sempre stati condotti considerando come fruitori i maschi, perché sono fisiologicamente più stabili e per la difficoltà scientifica a portare avanti una sperimentazione nel sesso femminile.

Di conseguenza, le cure mediche rivolte alle donne sono compromesse da un difetto alla base: i metodi utilizzati nelle sperimentazioni cliniche e nelle ricerche farmacologiche e la successiva analisi dei dati risentono di una prospettiva maschile, che sottovaluta le peculiarità femminili e, in particolare, il ruolo degli ormoni (…). I risultati ottenuti nell’uomo vengono acriticamente trasportati nella donna, con un errore metodologico grave che ha portato, non dobbiamo dimenticarlo, a due grandi tragedie: quella del talidomide, che ha avuto come esito la nascita di bambini focomelici, e quella del dietilsilvestrolo, un estrogeno che veniva somministrato durante la gravidanza e che poteva causare complicanze e neoplasie nelle bambine. La Medicina di genere è una delle nuove frontiere della medicina, essa può spingere verso un approccio personalizzato alla cura, elevando conoscenze e sensibilità circa la necessità/possibilità di tener conto del malato nella sua integrità psico-fisica e raggiungere quel principio di equità previsto dall'OMS nell'Equity Act”. (…). È necessario introdurre un’educazione di genere nei curricula universitari. Non è possibile che i nostri medici, a differenza di quelli nord europei, si laureino senza conoscere le tematiche di genere: queste devono essere inserite nei programmi di studio delle Facoltà di Medicina.

La sensibilità su questo tema comincia a farsi sentire e c’è un forte bisogno di formazione specifica sulle tematiche di genere e il primo passo deve essere quello di formare i formatori.

Far passare in Parlamento la politica di genere è molto difficile, ma in questa legislatura le donne sono molte di più e fortunatamente in Sanità abbiamo una ministra, una presidente di commissione e due segretarie, tutte donne, e poiché la salute delle donne è il paradigma dello stato di salute dell'intera popolazione il nuovo Governo ci dovrà ascoltare per forza e per quanto mi riguarda le sollecitazioni che gli faremo saranno quelle già fatte alla Camera in una mozione unitaria sulla Medicina di genere approvata nel 2012”.

Estratto dall’intervento al Festival Donna&Salute della Senatrice Manuela Granaiola

(Il testo integrale dell’intervento è pubblicato su: http://www.noidonne.org/blog.php?ID=04368)







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