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In principio fu la paura a portare gli dei in questo mondo” (Petronio) Raffaella Mauceri

In principio fu la paura a portare gli dei in questo mondo” (Petronio) Raffaella Mauceri

ogni generazione esegue automaticamente il mandato di trasmetterli ai figli sin da bambini quando non sono ancora in età di scegliere se abbracciare la religione dei padri o abbracciarne un’altra o nessuna. Un abuso tal quale perpetrato sugli innocenti

Lunedi, 02/09/2019 - In principio fu la paura a portare gli dei in questo mondo” (Petronio)
Raffaella Mauceri


Il corpo coperto di lunghi peli sporchi e ruvidi, gli occhi cespugliosi, le braccia ciondolanti fino alle ginocchia, l'uomo primitivo fissa la linea dell'orizzonte sul mare e vede esplodere i raggi del sole. Stregato e accecato, guarda il disco di fuoco che emerge lentamente dalle acque e si domanda: Chi si nasconde dietro il sole e lo guida da un capo all’altro dell’orizzonte… dove annega e si spegne? Sarà certamente un dio! Lo stesso dio che afferra le nuvole, le spacca con i fulmini e ne spreme le tempeste e gli uragani! Sarà lo stesso dio acquattato dentro quel monte che sputa fiumi di fuoco e sassi incandescenti. Oppure saranno due, tre, tanti dei invisibili e potenti che la notte spengono la luna e le stelle lasciandomi al buio, in preda alle belve pronte a sbranarmi…. Che posso fare perché questi esseri potenti e crudeli abbiano pietà di me? Che posso fare per per sopravvivere?
“In principio fu il terrore a portare gli dei in questo mondo” scriveva Petronio, nel 27 d.C. giacché gli uomini primitivi attribuivano ad una serie di esseri grandi e potenti la capacità di far accadere ogni cosa per loro inspiegabile e misteriosa come il sorgere del sole, il vento, la pioggia, il freddo, il caldo, e i terremoti e le tempeste e così via. Man mano infatti che col passare dei secoli gli umani riuscivano a comprendere i meccanismi della natura, morivano le credenze religiose fondate sull’idea del soprannaturale. E più la scienza avanza, più i culti indietreggiano, finché oggi sono arrivati ai confini dell’universo, della galassia che lo contiene, dell’ammasso di galassie che comprendono infiniti universi ecc…ecc…ecc… Ancora oggi una parte dell’umanità crede nel soprannaturale e adora migliaia di cosiddetti esseri superiori o dei che dir si voglia, più o meno spirituali, più o meno creatori, più o meno buoni, più o meno interessati alle vicende umane, che ci giudicano e ci premiano con una bellissima seconda vita (eterna) o ci puniscono con terribili castighi (eterni). Come mai?

Orbene, la sopravvivenza di questi culti è dovuta a tre potenti fattori. Il primo è che ogni generazione esegue automaticamente il mandato di trasmetterli ai figli sin da bambini quando non sono ancora in età di scegliere se abbracciare la religione dei padri o abbracciarne un’altra o nessuna. Un abuso tal quale perpetrato sugli innocenti proprio perché tutto ciò che viene impresso nella mente di un bambino ha altissime probabilità di restarvi scolpito per sempre. Il secondo fattore che tiene in vita i culti è il proselitismo, cioè quella pratica violenta con cui ogni culto viene imposto ad altre popolazioni in una gara infinita di guerre, torture e genocidi. Non dimentichiamo che la maggior parte delle guerre che si sono combattute e si combattono tutt’oggi nel mondo sono di stampo religioso. Il terzo fattore è costituito dalla casta dei clerici (stregoni, preti, imam, rabbini…) che si sono autonominati ministri del divino, e contestualmente si sono costruiti una corazza altamente protettiva istituzionalizzando il “rispetto” per le religioni a prescindere dai loro contenuti, le pratiche e gli scopi. Basti pensare ai culti dei popoli precolombiani, Maya, Incas, Aztechi, i cui sacerdoti avevano il potere di scegliere gli uomini da offrire in sacrificio ai loro dei per saziarne la mostruosa crudeltà.

L’articolo 414 del nostro codice penale dice che “chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito con la reclusione da uno a cinque anni….” ma di fatto magistratura e forze dell’ordine si guardano bene dall’applicare questo articolo alle religioni. Eccesso di rispetto o condivisione dei loro contenuti? Non si sa. Eppure i libri sacri del cristianesimo, dell’Islam e dell’ebraismo (rispettivamente Bibbia, Corano e Talmud) hanno in comune diverse caratteristiche che ne provano ampiamente la violenza e l’istigazione alla violenza: la loro stessa storia dalla nascita violenta alla morte violenta, i sacrifici umani, l’oppressione delle donne, gli atroci rituali, la sete di dominio… il tutto fondato sulla delirante pretesa di adorare ognuno l’unico vero dio. Il quale dio, a sua volta, pretende di essere riconosciuto come unico e vero dio e si aspetta di essere copiosamente pregato, devotamente implorato e supinamente venerato. In ginocchio. Ecco qui di seguito alcuni passi illuminanti.
Dalla Bibbia “…uccidete tutti coloro che non credono in me”, “uccidete ogni maschio tra i bambini, uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo…”, “….(se non mi obbedirete) mangerete la carne dei vostri figli e delle vostre figlie”.
Per inciso, ricordiamo a chi legge che recentemente Bergoglio ha detto: “Bisogna prendere confidenza con la bibbia, leggerla spesso, meditarla, assimilarla. La bibbia contiene la parola di dio che è sempre attuale ed efficace”. Ohibò! Chissà la gioia dei testimoni di Geova che a squadre, per lo più di donne, continuano a presidiare i mercatini, citofonare qua e là, infilare i loro rudimentali fascicoletti nelle cassette postali e fermare i passanti chiedendo “Ma secondo lei perché c’è tanta violenza nel mondo?” Al che sarebbe il caso di rispondere in coro: “Perché ci siete voi che la insegnate e la diffondete”.
Dal Corano: – Gli infedeli (cioè coloro che non si sottomettono all’Islam), sono “gli inveterati nemici” (Sura 4:101). Perciò i musulmani devono “arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove” (Sura 9:95). E ordina: “uccideteli ogni dove li trovate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta” (Sura 4:90). “Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano” (Sura 2:193). E: “Se un musulmano non si unisce alla guerra, Allah lo ucciderà” (Sura 9:93).
Dal Talmud: “…è giusto che un israelita sia servito da animali nella loro forma naturale e da animali sotto forma di esseri umani (gli schiavi ndr)” Midrasch Talpioth. “…se il non-ebreo rifiuta di essere redento allora gli si rompa il cranio…poiché su di loro Iddio ha detto: colui che pecca contro di me, io lo toglierò dal libro della vita” Zohar.

Quanto a violenza, nel cristianesimo si spreca. Basta citare la violenta e gratuita crocifissione di Cristo voluta nientemeno dal padre suo, i cinque secoli in cui imperversò la Santa (sic) Inquisizione, nonché il rituale cattolico con il quale, tramite l’ostia che il sacerdote magicamente trasforma in corpo di Cristo (detta transustanziazione) i fedeli mangiano il loro dio, obbedendo così a quanto egli stesso disse nell’ultima cena: “Prendete: questo è il mio corpo, bevete: questo è il mio sangue”. Il sangue però lo beve soltanto il prete officiante.
Abbiamo chiesto ad una musulmana se ha mai visto Allah. No, dice, ma lo ha visto Maometto. Le abbiamo chiesto come fa a sapere se Maometto lo ha visto davvero o se l’è inventato. Silenzio. Anche quelli che hanno scritto la bibbia dicevano di averla scritta sotto dettatura di dio in persona. Anche Mosè disse che i dieci comandamenti glieli aveva dettati dio. La caratteristica fondamentale dei credenti infatti è che credono senza prove, senza aver visto né sentito né toccato. “Beati coloro che crederanno pur non avendo visto” dice infatti un verso delle Beatitudini.
Avanziamo dunque quella fondata, legittima e ampiamente condivisa interpretazione secondo la quale delle antiche credenze religiose si sono appropriate le varie caste dei clerici che le hanno opportunamente “sistemate”, codificate, gestite e nutrite per tenere a bada le masse con l’intramontabile sistema del bastone e la carota, cioè con promesse e con minacce (paradisi/inferni) al preciso scopo di usare tali credenze quali potenti mezzi di controllo sociale e ricavarne le sole cose in cui essi clerici “credono” veramente: ricchezza, autorità e potere.

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