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In partenza il 71° Festival di Cannes: Cate Blanchett presidente della Giuria

In partenza il 71° Festival di Cannes: Cate Blanchett presidente della Giuria

Composizione nettamente ‘al femminile’ per le Giurie festivaliere: una mossa politica contro gli scandali per molestie sessuali. Rohrwacher e Golino registe in concorso

Martedi, 08/05/2018 - Quest’anno il Festival cinematografico più prestigioso del mondo, quello di Cannes - dall'8 al 19 maggio - si è sbilanciato senza mezzi termini a favore delle donne nel livello decisionale: infatti ben quattro componenti su cinque nella Giuria del concorso (la più importante) sono donne. La risposta al caso Weinstein, contro lo scandalo del produttore hollywoodiano (amplificato dalla campagna social con l'hashtag #MeToo), e la presa di posizione chiara in favore delle donne è palese. D’altra parte, da sempre, il Festival di Cannes si è voluto distinguere per l’impegno sociale e politico, oltre che per le scelte operate nella selezione di nuovi linguaggi cinematografici, estetici e narrativi.
Anche le altre due Giurie delle sezioni ‘Un Certain Regard’ e la ‘Camera d’Or’ hanno seguito uno schema analogo, con un numero di donne sempre superiore a quello degli uomini nella composizione. La regista svizzera Ursula Meier, presidente del concorso per la ‘Camera d’Or’ quello per l’opera prima più interessante, anche a livello tecnico, ha affermato che: “un primo film è il luogo di tutte le possibilità, di ogni audacia, di ogni assunzione di rischio, di ogni follia”.
Tre i film italiani presenti al Festival di Cannes 2018: due nel concorso ufficiale, “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher, già vincitrice del Grand Prix nel 2014 con “Le meraviglie” e “Dogman” di Matteo Garrone; il terzo, “Euphoria”, opera seconda di Valeria Golino (dopo ‘Miele’), è stato selezionato nella sezione Un Certain Regard, e racconta la storia di due fratelli (interpretati da Scamarcio e Mastandrea) apparentemente molto diversi fra loro. “Sono felice di tornare al Festival di Cannes con il mio secondo film in ‘Un Certain Regard’ – ha affermato la Golino – una sezione a me cara, che mi aveva già accolto con il mio primo film “Miele".
Fra le novità previste dal protocollo dell’edizione di Cannes 2018, il fatto che i giornalisti non potranno più vedere i film in concorso nelle anteprime, cioè le proiezioni stampa mattutine, per poterne scrivere in giornata, ma la visione sarà in contemporanea con la serata di Gala, per evitare probabilmente il diffondersi incontrollato delle stroncature sui social di film ancora non presentati ufficialmente. Inoltre Cannes pone il divieto quest’anno ai selfie ed alle foto sul tappeto rosso, per non creare intoppi nelle file e cadute dei più distratti ma anche, di certo, per motivi legati alla sicurezza.
Un’altra importante iniziativa dell’edizione 2018 è quella del ‘WIFTI - Women in Film & TV International’ che, in collaborazione con il Marché de Film e con Variety, presenterà un panel, nel corso del Festival, sul tema ‘Lavorando per il cambiamento: cinema nel nuovo paesaggio’. Lo Swedish Film Institute, insieme ad altri governi e organizzazioni hanno contribuito a mettere in luce alcuni degli strumenti disponibili per affrontare le enormi disuguaglianze nei finanziamenti, oltre ad aumentare le opportunità di lavoro e a creare percorsi di carriera più ampi per le donne nell'industria cinematografica. Durante l’incontro si discuterà di come uomini e donne possano lavorare in tandem per creare cambiamenti e raggiungere il 50/50. I rappresentanti dello Swedish Film Institute, Variety, The Alliance of Women Director e uMedia saranno affiancati da registi che presentano film al festival e al Marché per discutere le loro visioni e strategie per l'uguaglianza di genere."Questo è un momento cruciale per le donne che lavorano a tutti i livelli nel cinema e nella televisione - afferma Eileen Hoeter, presidente di Women in Film & TV Internazionale - poiché partecipiamo alla revisione delle strutture, alla creazione di ambienti di lavoro sicuri e di ecosistemi creativi senza squilibri di genere”.
Per la parità contro le diseguaglianze, il Festival è in trattativa fino all'ultimo momento per poter far arrivare alla Croisette il regista iraniano Jafar Panahi e il russo Kirill Serebrennikov, entrambi sottoposti a misure restrittive nei propri Paesi ed entrambi portatori, in questo caso, non di opere politiche sui regimi. Il Festival si è schierato anche con Terry Gilliam, proponendo il suo Don Quixote come film di chiusura, ma solo nel caso non ci siano complicazioni giuridiche.


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