Login Registrati
Il teatro, il sabba e le discriminazioni delle donne

Il teatro, il sabba e le discriminazioni delle donne

"Storia notturna: la visione del sabba", uno spettacolo particolare per il lavoro di Alma Daddario, rappresentazione unica a Roma il 4 luglio

Mercoledi, 04/07/2018 - E' la Villa di Livia (Roma, Prima Porta) ad ospitare il 4 Luglio 2018 il lavoro teatrale di Alma Daddario (ore 18,30 visita alla Villa, ore 19,00 spettacolo) "Storia notturna: la visione del sabba", che va in scena con Patrizia Schiavo, Fabrizio Bordignon, Antonio de Stefano, Sarah Nicolucci, e con l'accompagnamento chitarra e voce di Elena d'Elia.
L'iniziativa è realizzata con la collaborazione del Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, Soprintendenza Speciale Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Roma,  Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Ente Regionale Parco di Veio e il Comune di Roma - XV Municipio.  Lìdeazione e realizzazione sono di Pentagono Produzioni Associate e Circuito Danza Lazio nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra.
A spiegare la genesi e le ragioni della trama sono gli stessi organizzatori. "All’apice del periodo che vide il fenomeno della caccia alle streghe, furono migliaia le vittime di una strage che avrebbe per sempre segnato la storia. Femminicidio? Certamente la stragrande maggioranza delle vittime era di sesso femminile, i dati tramandati parlano di sessantamila vittime, l’80 % donne, ma l’oscura e raccapricciante vicenda non può essere ricondotta solo a una secolare misoginia tipica delle culture monoteiste. Il periodo che vide l’ascesa della caccia alle streghe è caratterizzato dalla crisi del Cristianesimo, inteso come potere temporale, crisi dello stato medievale, crisi del mondo rurale, una serie di tensioni sociali giunte al culmine tra il 1590 e il 1640, che dopo troppe guerre, carestie e pestilenze necessitavano di un capro espiatorio che distogliesse da idee di ribellione. E il potere, ieri come oggi, per distrarre il popolo dalle vere cause, ne assecondava e amplificava le paure, e i pregiudizi. Ricondurre all’ordine chi cominciava a dubitare di leggi imposte con violenza a scapito dei più deboli, eliminare gli elementi portati alla trasgressione, punendo gli autori di malefici che portavano la fame, la miseria e le epidemie, identificati spesso in donne che semplicemente cercavano di alleviare le sofferenze fisiche facendo uso di erbe medicinali, soccorrendo gratuitamente i più poveri, le stesse erbe che era concesso utilizzare ai monaci. E questo è un altro degli elementi di questa complessa vicenda: l’interdizione allo studio e alla scienza che doveva essere monopolio maschile. Altre volte le accuse erano totalmente inventate, rivolte a contadine che una volta condannate, vedevano i loro terreni, se ne avevano, annessi ai beni della chiesa. Ma i contesti culturali sono vari, le letture del fenomeno tante: si potrebbe fare un viaggio a ritroso sino agli antichi riti sciamanici, ai miti che legano la donna alle divinità legate alla terra, a un cristianesimo rurale legato a riti pagani, alla radice dell’inconscio collettivo dell’umanità. L’ortodossia della Chiesa era la base fondante della società del tempo. I tribunali della Santa Inquisizione nominarono i loro tirapiedi, per far quadrare i conti con quelli che trasgredivano. Così si operò per distruggere quello che non si poteva sottomettere, che poteva sfuggire al controllo e all’ordine".
Nella foto Patrizia Schiavo
- - - - - - -
Alma Daddario, autrice teatrale, giornalista e scrittrice, laureata in “Lingue e letterature straniere”, vive e lavora a Roma, dove svolge attività giornalistica collaborando con molte testate e come scrittrice ha pubblicato, tra i molti libri, “Notti e giorni”, “Se scrivere potesse dire” , “La nebulosa del Caso Moro” , “Strani frutti e altri racconti” per le edizioni Il Filo, sviluppando una intensa collaborazine anche con Dacia Maraini. Come autrice teatrale nel 1997 per “Siamo tutti…libertini”, regia di Walter Manfrè, ha ricevuto il premio “Stanze Segrete”, e nel 2002 il premio Fondi la Pastora per il testo “Io…Ero”.
Ha inoltre rappresentato: “Albertine o della gelosia”, “L’anima e la voce”, “Le confessioni”, “Ritmo spezzato”, “Mare Nostrum”, “Le attese: moods for love”, “Come nebbia sottile o lieve sogno”, “Matilde di Canossa: la legge, il cuore, la fede”, “Ero e Leandro: ask me no more”, “Pancrazio, la libertà di avere paura”, “Clitennestra”.




Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®