Login Registrati
Hillary, la “Lady in red” contro Barbablu

Hillary, la “Lady in red” contro Barbablu

La nomina di una donna alla Presidenza Usa potrebbe creare una nuova politica globale. Insomma speriamo che sia femmina

Martedi, 27/09/2016 - The “Lady in red” contro Barbablu

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



"Lady in red" passerà alla storia, d’ora in avanti, come il vero nome di Hillary Clinton, la quale, se pur ormai non deve provare a nessuno di essere preparata, e poiché viene spesso accusata di freddezza, per il primo dibattito presidenziale, ha scelto un vestito rosso.



Il rosso chiede e ottiene attenzione, esprime fierezza, sicurezza, denota la volontà di imporsi, la passione.



Se di combattimento si tratta, se le armi non sono pari ma imposte da un patriarcato che inventò per primo le terribili armi, e ci dobbiamo muovere in questo terreno insidioso, crudele, dove una donna è ancor meno tollerata di un uomo, finanche non di razza bianca , tanto vale essere pronte ad ogni evenienza.



Una donna democratica, Hillary Clinton, sfida per la prima volta un candidato repubblicano, Donald Trump e già questo è una follia per il mondo intero, perché stiamo parlando di uno dei paesi più potenti nel mondo.



Lui in cravatta blu elettrico su camicia bianca, giacca blu scuro, tendente all'antracite, un profilo meno aggressivo e più "presidenziale".



Il blu richiama stabilità, calma, anche forza, ma placida, oltre che un senso di soddisfazione.



Queste in comunicazione sono chiamate scelte tattiche. E in America a riguardo sono super professionisti



Finanche la pettinatura di Trump è apparsa più "conservatrice" e la sua famiglia, le sue donne, si son fatte notare per le mise decisamente low profile, basso profilo, rispetto a noti precedenti: la moglie Melania ha assistito al dibattito vestita con un completo scuro e la figlia Ivanka si è presentata in rosa cipria.



Lui gioca in casa e sa che tipo di armatura è meglio scegliere. Sa come mettere al loro posto le sue donne al momento opportuno.



Ha solo un piccolo problema. Le donne, forse non ancora le sue, votiamo e siamo il 53% dell’elettorato, quindi lui si pone una domanda: può sfoderare la spada e trafiggere il cuore della "Lady in red"? Non è che perderebbe il voto finanche delle sue di donne?



E si deve dare una risposta. Meglio tenere la spada nel fodero, almeno a questo giro,



Così pensa il guerriero.



E’ questo il suo tallone d’Achille, dove, "Lady in red" ha cercato volutamente di colpire, al primo dibattito presidenziale.



In Usa e nella nostra cultura occidentale ormai guai a non rispettare le donne, guai fare loro uno sgarbo pubblicamente, sono guai seri se si entra nel politically incorrect. In questo senso si è avuto uno spostamento notevole.



La conquista del voto, il lavoro fuori delle mura domestiche, lo studio, ha fatto si che oggi non siamo più le “figlie di uomini colti” ma le “figlie di donne colte”. Questo fa la vera differenza.



Ma la presunta “vittoria”, secondo i sondaggi, di "Lady in red", potrebbe essere un’arma a doppio taglio. E’ vero, ha fatto innervosire l’avversario, “ l’Uomo in bleu”, gli ha fatto perdere il controllo. Ma mai, dico mai, gridare vittoria se il gatto non ce l’hai nel sacco.



Siamo solo al primo dibattito presidenziale, fino al 4 novembre ce ne saranno altri due e la campagna intorno per conquistare l’elettorato, specie gli indecisi, non sarà un pranzo di gala.



Per i guerrieri, perdere una battaglia, pur rispettando l’avversario lì per lì, vuol dire che è solo un avvertimento, e che si devono allenare molto dippiù per vincere la guerra.



Noidonne siamo profondamente contro la guerra per via del materno. Siamo più per dare che per togliere la vita.



Le nostre modalità di lotta sono differenti, oscure per chi è diverso da noi e ci combatte. Sarà meglio usare le nostre tattiche e modalità per vincere e non scendere a patti con nessun Barbableu.



Le/i cittadine/i USA quando voteranno probabilmente non penseranno al genere della futura o futuro Presidente, ma al loro programma. Anche da loro c’è la paura dell’astenzionismo, perché la crisi economica globale è quella che è, ed è difficile oggi seguire la politica per noi gente comune.



Nessuno, donna o uomo che sia, ha ora la bacchetta magica.



Però la battaglia per la donna Presidente USA andrebbe sostenuta da ogni donna di buon senso. Solo per egoismo personale.



Arrivo a dire che andrebbe sostenuta anche se non piacesse la candidata, ripeto, solo per egoismo personale. Per poi finalmente creare una politica dello stare insieme, donne e uomini di buona volontà a partire dalla nomina della Presidente Usa per incominciare a pensare alla prossima Papessa.



Sono certa, tutta la politica sarebbe diversa da come è ora.



Insomma speriamo che sia femmina.






Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®