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Generi-amo libertà: studi contro la violenza di genere a Fragagnano (TA)

Generi-amo libertà: studi contro la violenza di genere a Fragagnano (TA)

La manifestazione ha avuto esito positivo perché si sono unite tante braccia e tante idee

Mercoledi, 15/01/2020 - E' stata una settimana intensa quella che si è conclusa a Fragagnano promossa dal CAV “Rompiamo il silenzio”, “Alzaia” e Amministrazione comunale: “Generi-amo libertà”, contro la violenza di genere.
Deus ex machina Manuela Monda, esperta e appassionata cultrice della materia. La manifestazione ha avuto esito positivo perché si sono unite tante braccia e tante idee grazie all'Ambito 7 di Manduria, Sud-est Donne, l'assessora Serena Bisanti, l'addetta stampa Barbara Serio, Angela Lacitignola, Anna Lise, Sabina Sabatini, Daniela Baldassarra. I passi di tante donne sono stati accompagnati da tutte queste donne. Un forte grazie va rivolto anche ad Alfredo Traversa, Antonia Guarini, Mimmo Bisanti, Elena Manigrasso che ha presentato il suo libro “Non mi Toccare” sabato 11 Gennaio 2020, con le emozionanti letture di Pinuccia de Carlo. Queste le parole della combattente Elena.
“Cari amici e amiche sono qui in questo bellissimo luogo ricco di storia, quale è il palazzo marchesale di Fragagnano, per presentare il mio libro che come dice l'amica Manuela mi è costato sudore e fatica, sudore e sangue, quindi ogni parola va pesata calibrata per far passare un messaggio limpido e chiaro contro ogni forma di violenza sulle donne.
Ogni parola calibrata e limpida, anche perché per la presentazione di questo libro sono sotto la lente di ingrandimento di chi vuole diffamare. Cosi paura fa un libro? Quanto pesa il mio libro? Credo 150 grammi o poco più per 129 pagine, eppure è scomodo, scomodissimo per alcuni.
È una storia, e tante storie di donne che finalmente manifestano il loro dolore e la loro schiavitù. Fa paura e allora mi dico che ho imbroccato la strada giusta, quella che ci fa stare dritte sulle nostre scelte, quella che neanche le minacce ci fanno cadere. Ma vi chiedo, quando una donna riceve intimidazioni solo perché racconta storie di donne vittime di violenza, di fare rete. Chiedo alle istituzioni di prendere la difesa nella propria comunità o in qualunque luogo, della donna in difficoltà.
Quando c'è violenza è un fatto pubblico, non è un fatto privato. Chi è testimone oculare della violenza verbale o fisica su una persona lo deve rendere pubblico.
Fortunatamente l'articolo 21 della Costituzione ci rende libere di raccontare le nostre storie, di scrivere libri, di scrivere articoli per tutte le donne che ancora oggi non sono libere.
Per queste donne io mi batto nelle aule dei tribunali. Per queste donne vedo le denunce archiviate e meno male, perché non si può denigrare una donna per il solo fatto che è donna e per giunta scrive.
Queste le nostre prime vittorie, come la Vittoria. la protagonista del libro.
Che non poteva mettere i pantaloncini da corsa per correre e invece ora corre con i suoi bellissimi pantaloncini rossi con bande laterali. E c'è bisogno delle aule dei tribunali per arrivare a questo? Si spera di no.
Non meravigliatevi: succede ancora che si accusi la donna di essere poco di buono perché corre con pantaloncini da corsa. Che sia di dubbia moralità perché veste con colori accesi o con gonne sopra il ginocchio. Per questo mi trovo qui con la visione della drammatica esposizione di vestiti del “come eri vestita?”
Quella domanda la conosco benissimo...
Nel nostro percorso di donne ci aiutano avvocati che comprendono il linguaggio delle donne. E ascoltano. La cosa più importante da fare con una donna in difficoltà. Aiutarla a raccontare.
Queste per me sono parole importanti, questo volevo dire per aiutare tante donne come la mia Vittoria”.
Elena Manigrasso

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