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Forlì. L'arte e la ragion d'essere

Forlì. L'arte e la ragion d'essere

- Dal 12 al 18 novembre mostra della pittrice Kina Bogdanova e della scultrice Lietta Morsiani in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Lunedi, 17/10/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2016

È dedicata alle donne la mostra Raison d'être curata da Angelamaria Golfarelli e organizzata dall’Ass. ne culturale Il Glicine con il Patrocinio del Comune di Forlì - Assessorato alle Pari Opportunità e in collaborazione con UDI Forlì – Archivio UDI Forlì-Cesena, Forum delle donne e Tavolo Permanente delle Associazioni contro la Violenza sulle Donne.

Dal 12 al 28 novembre 2016 presso la prestigiosa sede dell'Oratorio San Sebastiano di Forlì nel circuito dei Musei del San Domenico, saranno esposte opere delle artiste Kina Bogdanova (pittrice) e Lietta Morsiani (scultrice) .

“In tutte le cose e in tutti gli avvenimenti della vita c'è una ragione d'essere, ma la difficoltà sta nel saperla o nel volerla cogliere ed identificare - spiega la curatrice -. E, se può sembrare inopportuno e anche un po' banale cercare una ragione a tutto quanto ci accade, la raison d'être resta comunque una meravigliosa giustificazione/risposta che diviene urgenza quanto più ci riesce difficile trovarla. Proporla quindi per il titolo di una mostra ci sembrava un filo conduttore intrigante e stimolante che attraverso un vasto ventaglio di ipotesi ne contemplasse almeno una che fosse uguale per tutte e per tutti: la negazione della violenza in generale e di quella sulle donne in particolare. Con questa convinzione abbiamo messo la bellezza e la delicatezza in contrapposizione con la violenza tentando di far rivivere, attraverso le opere di Kina Bogdanova e Lietta Morsiani, i pensieri antagonisti che abitano l'identità femminile.

Così i quadri di Kina, dall'evanescente leggerezza tipica del sogno, rispondono alle sculture di Lietta, metamorfosi femminili di una donna tramutata in animale e viceversa, con l'incanto onirico di una leggenda, mentre le opere di Lietta materializzano nella loro cruda fisicità il pragmatismo femminile, sempre a metà fra il bisogno di volare e quello di stare fermamente con i piedi per terra. In questo modo la giornata mondiale contro la violenza sulle donne viene inglobata nell'arte per assumerne un'identità meno cruenta e per essere trattata con quella sensibilità che spesso la spettacolarizzazione dell'informazione le toglie. E questo senza perdere la lucida percezione necessaria per provare a comprendere e a risolvere un problema che ha assunto dimensioni sproporzionate, ma risparmiandoci quella inutile rappresentazione mediatica che spesso ferisce piuttosto che informare correttamente. Si collocano in questa riflessione le opere di Kina, dense di quel delicato respiro sognante e pacato, indagando il quotidiano con lo sguardo di chi ha bisogno di allontanarsi dalla meta per saperla meglio riconoscere e contestualizzare nel proprio mondo incantato che nessun risveglio è in grado di vanificare. E le sculture in terracotta di Lietta, che invece assorbono letteralmente dalla Terra il senso più completo di una maternità che anche in assenza di figli reali idealizza nei suoi richiami il frutto e il seme progenie della vita stessa. In esse la metamorfosi che si compie non è la perdita di un corpo per assumerne un altro, ma la fusione assoluta dello yang e dello yin in un unico più completo e complesso universo capace di rendere armoniosa l'unione di tante diversità”. Informazioni cell. 3489508631

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