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Fondazione Basso: a Roma la scuola per la buona politica

Fondazione Basso: a Roma la scuola per la buona politica

"Vivere la democrazia, costruire la sfera pubblica": è il titolo della "scuola di democrazia" 2019 proposta dalla Fondazione Basso. Laura Pennacchi illustra contenuti e obiettivi

Sabato, 08/12/2018 - “VIVERE LA DEMOCRAZIA, COSTRUIRE LA SFERA PUBBLICA” UNA SCUOLA PER LA BUONA POLITICA. E' la proposta che la Fondazione Basso ha articolato per il 2019 sotto la direzione di Laura Pennacchi (videointervista), mantenendo come traccia le "Letture politiche del primo Novecento per l’oggi". Il termine per l'iscrizione scade il 14 dicembre e le lezioni vanno da gennaio a giugno 2019.
"La Fondazione Basso da anni organizza una Scuola per la buona politica ispirata all’esigenza di favorire la partecipazione democratica di cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri: una cultura politica tanto più necessaria quanto più complesso è divenuto il nostro sistema politico e istituzionale, inserito in una dimensione sopranazionale e in un quadro internazionale in continuo cambiamento".
La scuola ha una struttura molto semplice: un semestre all’anno di incontri mensili a carattere seminariale, che durano un intero pomeriggio: ore 14,30-19.00. Ogni incontro comprende due relazioni seguite da una discussione con interventi programmati e interventi degli iscritti al corso, coordinata da uno dei collaboratori della Fondazione; vi sarà, come negli anni passati, una preventiva fornitura di materiale bibliografico.
Letture politiche del primo Novecento per l’oggi (dai classici a classici ”da riconoscere”) è il tema prescelto per il 2019. I docenti fanno parte delle risorse intellettuali interne ed esterne della Fondazione Basso.
La sede in cui si svolgeranno gli incontri sarà quella della Fondazione Basso (Roma - Via Dogana Vecchia, 5).
Al termine del ciclo di incontri verrà rilasciato un attestato di frequenza. La frequenza minima richiesta per il rilascio del certificato è di 4 incontri su 6.
"Ancora una volta attingiamo ai classici per illuminare la nostra riflessione e il nostro pensiero. L’intento è quello di trarre da loro spunti per interpretare un presente carico di ombre ma anche di luci. Sono tantii problemi interni ai processi di 'depoliticizzazione' e di 'dedemocratizzazione', sfocianti in varie forme di populismo, in atto ormai da molti anni. A partire dai riequilibri geopolitici con forti componenti identitarie e valoriali che coinvolgono i vari continenti, dall’Asia egemonizzata dal 'capitalismo autoritario' della Cina, al Sud America brasiliano e caraibico scosso dal susseguirsi di innumerevoli crisi, all’Africa saccheggiata e al Medio Oriente devastato dalle guerre e dal terrorismo dell’Isis infiltratosi nelle periferie più povere e più turbolente, all’America di Trump (con il suo suprematismo bianco, la paranoia religiosa tradizionalista, il feticismo delle armi, il negazionismo sul deterioramento climatico, l’ossessione della riduzione delle tasse per le imprese e i superricchi), alla stessa Europa, alle prese con la Brexit, l’ingovernabilità crescente di democrazie importanti come quelle tedesca, spagnola, italiana, la riluttanza democratica quando non l’aperta inclinazione fascistizzante dei paesi dell’Est postsocialista. Ma il “principio speranza” non muore e, talora sotterraneamente spesso apertamente, continua ad agire.
Per la verità i classici la cui rilettura proponiamo per il 2019 sono poco riconosciuti come tali e molto diversi tra loro – Rosa Luxemburg, Walter Benjamin, Marcel Mauss, Hans Kelsen, Karl Polaniy, Hans Jonas - ma hanno tutti fornito straordinarie interpretazioni della globalizzazione di fine Ottocento/inizio Novecento, dell’avvento di una fase rivoluzionaria dello sviluppo della scienza e della tecnica, dell’esplosionenegli anni Venti e Trenta del secolo scorso di populismi, xenofobie, razzismi - poi sfociati nelle tragedie del nazismo e dei totalitarismi -, delle drammatiche fratture delle due guerre mondiali, della crisi dell’Europa e del suo pensiero, della rinascita del secondo dopoguerra. Il presente manifesta caratteri inediti ma anche antichi, che reclamano un’attrezzatura concettuale in grado di interpretare in termini storico-strutturali il passaggio d’epoca in corso. Solo l’interazione teoria/storia ci permette di far funzionare la teoria in due sensi: come quadro sintetico di ciò che possiamo ritenere di sapere e come guida a ciò – ed è molto – che abbiamo bisogno di imparare".

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“Vivere la democrazia, costruire la sfera pubblica”
Una scuola per la buona politica
Bando di iscrizione 2019
Letture politiche del primo Novecento per l’oggi
(dai classici a classici ”da riconoscere”)
Iscrizioni
La scuola può ospitare al massimo 60 allievi.
Per iscriversi, è necessario riempire il modulo allegato ed inviarlo, per posta elettronica a: basso@fondazionebasso.it.
La quota di iscrizione è di Euro 150.00, da versare tramite bonifico bancario intestato a Fondazione Lelio e Lisli Basso, IBAN IT18I0100503373000000002777.
Le quote andranno versate solo dopo aver ricevuto la conferma dell’iscrizione da parte della Fondazione.
Termine ultimo per presentare la domanda di iscrizione: 14 dicembre 2018.
Per informazioni:
segreteria Fondazione Basso tel. 06-6879953 - e-mail: basso@fondazionebasso.it




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