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FESTIVAL DI BIOETICA (2018). Intervista a LUISELLA BATTAGLIA

FESTIVAL DI BIOETICA (2018). Intervista a LUISELLA BATTAGLIA

Un ben vivere in grado di rispondere ai nostri bisogni e di rispecchiare i nostri ideali

Lunedi, 09/07/2018 - Il 27 e 28  agosto Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure ospita la seconda edizione del Festival di Bioetica, organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica in colalborazione con il comune ospitante. La professoressa Luisella Battaglia, docente universitaria e componente del Comitato nazionale di Bioetica, è stata tra i fondatori dell'Istituto e ideatrice del Festival. Le abbiamo rivolto alcune domande mettendo a fuoco gli elementi più importanti dell'appuntamento che vedrà, nei due giorni, la partecipazione di oltre 70 tra relatori e relatrici ed esperti provenienti da tutta Italia.

Professoressa Luisella Battaglia, è molto importante che siate riusciti ad organizzare la seconda edizione del Festival di Bioetica. Quali elementi di questo positivo risultato ritiene particolarmente significativi?

L’edizione precedente, dedicata al tema della salute, ha raccolto molte adesioni e ha suscitato un interesse che ci ha colpito, confermandoci nell’importanza di un appuntamento annuale di alta divulgazione delle tematiche bioetiche, dedicate a un tema specifico e aperto alla cittadinanza Il nostro obiettivo era - ed è - quello di attivare il dibattito pubblico e di sollecitare una riflessione critica ed argomentata sulla cosiddetta rivoluzione biologica e sull’impatto delle biotecnologie sulla nostra vita quotidiana.

La FELICITÀ è il tema su cui avete voluto concentrare l'attenzione, tema deciso molti mesi fa (praticamente alla fine della prima edizione) e che, forse non casualmente, è anche il tema dell'anno. Un argomento che rischia di essere banalizzato, mentre vale la pena di riflettere sul senso e sul valore delle cose che ci rendono davvero felici. È questo l'obiettivo del Festival?
La scelta del tema che del tutto casualmente riprende quello dell’anno, rappresenta una vera e propria sfida. Si tratta, infatti, di andare oltre le visioni più convenzionali della felicità legate al benessere, all’acquisizione dei beni, al calcolo dei piaceri per riflettere sul significato più profondo che riveste per noi la ricerca della felicità come scoperta di sé, realizzazione delle proprie capacità, in vista di un ben vivere in grado di rispondere ai nostri bisogni e di rispecchiare i nostri ideali. Una visione che per molti aspetti ripropone, aggiornandolo, l’ideale classico dei greci della eudaimonia da intendersi come una buona (eu) realizzazione del proprio demone, e quindi, della propria vocazione. Oggi viviamo nell’età della tecnica. Le biotecnologie, in particolare, possono aiutarci in questo progetto? E se sì, in quale misura, entro quali limiti? Come si vede la bioetica è chiamata in causa.

Con quale criterio avete individuato i relatori e le relatrici? Con quale intento avete chiesto loro di portare al dibattito i loro contributi di pensiero o di condividere le loro esperienze e conoscenze?
Relatrici e relatori sono stati invitati sia per le loro competenze specifiche nei diversi ambiti - filosofico, medico, psicologico, economico, artistico, ecologico, veterinario - sia per l’apertura interdisciplinare che caratterizza il loro particolare impegno professionale. In bioetica, infatti, ogni disciplina è insieme necessaria e insufficiente: necessaria per il contributo indispensabile di conoscenza che apporta ma insufficiente in quanto non può pronunciare la parola definiva su una determinata questione. Il dibattito, in tal modo, si arricchisce ma resta sempre aperto: la ricerca, per riprendere le parole di Karl Popper ‘non ha fine’.

Il filo conduttore, anche nella precedente edizioni, è affrontare ogni tema mantenendo l'attenzione su un triplice asse: esseri umani, ambiente e animali. Perché questa scelta?
Il triplice asse riflette fedelmente quella che è l’ispirazione originaria - e originale - del nostro Istituto, l’unico nel panorama italiano che sostiene l’idea di una bioetica globale come etica del bios cioè dell’intero mondo vivente, umano e non umano. Una visione, questa, che se assunta e praticata consapevolmente, ci richiama alla necessità di affrontare la questione del nostro ben vivere in termini complessi e indivisibili, tenendo conto delle esigenze, dei bisogni e dei diritti di ogni membro della comunità di vita della Terra.

Oltre all'organizzazione del Festival, quali sono le attività dell'Istituto Italiano di Bioetica?
Il Festival rappresenta il momento riassuntivo di una serie di iniziative che l’Istituto Italiano di Bioetica realizza nel corso dell’anno, nelle diverse sezioni in cui è articolato (Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglie, Sicilia, Toscana): tavole rotonde, conferenze, convegni, cicli di lezioni, presentazione di libri dedicati ai temi più rilevanti del dibattito bioetico nazionale e internazionale. Un’iniziativa di particolare rilievo, ideata dall’Istituto, è l’organizzazione delle Conferenze nazionali di bioetica per le scuole, svolte annualmente in collaborazione e col patrocinio del Comitato Nazionale per la Bioetica, e destinate a informare e formare docenti e studenti sulle principali problematiche bioetiche. Tra i temi trattati, i diritti umani, l’ingegneria genetica, la donazione degli organi, l’etica della cura, bioetica e veterinaria, abitare la Terra, la roboetica.

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Note
Durante le due giornate del Festival sarà possibile visitare nelle sale di Villa Durazzo la mostra di pittura “Sguardi di Felicità”, curata da Maria Galasso, con le opere di Marisa Bertolotti, Matteo Delbene, Roberto Malinverni, Teresa Ruggiano.
Negli intervalli tra le varie sessioni sono previsti interventi di poesia e musica dal vivo con la partecipazione di Alessandra Bani, Ivano Malcotti e Paolo Isotta.

Il Festival di Bioetica ha ottenuto il patrocinio di:
Comitato Nazionale per la Bioetica, Regione Liguria, Comune di Genova e Città Metropolitana, Unesco Chair in Bioethics, Biogem, Università di Genova, Ecoistituto ReGe, Soroptimist, Fidapa Genova, Istituto di Tecnologie Avanzate, OMCeOGE.

Per materiali e informazioni consultare il sito www.bioeticafestival.it
Contatti: cell 339 5364627 – mail: segreteriaiib@gmail.com

Tutti i materiali della prima edizione del festival di Bioetica 2017
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COMUNICATO STAMPA

Si svolge a Santa Margherita Ligure la seconda edizione del Festival di Bioetica (27 e 28 agosto 2018) organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica in collaborazione con il Comune. Come nell’edizione precedente, sarà l’elegante cornice di Villa Durazzo ad ospitare le varie sessioni dei lavori durante il giorno mentre la sera l’Agorà si terrà in piazza Caprera. Tutti gli incontri sono aperti al pubblico e la partecipazione è gratuita.

La felicità è il tema che verrà messo a fuoco nella due giorni (Felicità e ben vivere - Ipotesi Gaia) e che sarà esaminato dal punto di vista della cura per gli esseri umani, per l’ambiente e per gli animali.
Il 2018 è stato proclamato l’Anno Internazionale della Felicità, ambito in cui la bioetica da tempo si interroga circa gli effetti dello sviluppo tumultuoso delle scienze e delle tecnologie in campo biologico e medico, effetti che aprono problemi inediti sulla nascita e sulla morte ma anche sulla vita quotidiana di noi tutti.
Si schiudono spazi per nuovi diritti ma non sono ancora garantiti alcuni diritti elementari tra cui, fondamentale, quello alla salute e alla prevenzione della malattia.
La salute per tutti è sempre indicata come obiettivo, ma nella gestione delle politiche sanitarie prevalgono troppo spesso criteri mercantili o economici anziché il miglioramento della salute come una condizione dello sviluppo.
I punti di riferimento che ispirano il dibattito del Festival sono i principi contenuti nella Dichiarazione Universale sulla Bioetica e sui Diritti Umani (2005) e le teorie del premio Nobel per l’economia Amartya Sen. In tale cornice saranno affrontati con molteplici approcci il significato: del ben vivere, del prendersi cura di sé, degli altri e del mondo, del poter godere di livelli essenziali di benessere, l’impatto delle biotecnologie nelle nostre vite, la possibilità di sviluppare le capacità (salute, affettività, immaginazione, pensiero, ecc) che appartengono a tutti gli esseri umani ma la cui attuazione può essere ostacolata da avverse condizioni economiche, sociali, culturali.



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