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Evelina Meghnagi e l’Ashira Ensemble in scena il 6 Giugno al Semenzaio di San Sisto.

Evelina Meghnagi e l’Ashira Ensemble in scena il 6 Giugno al Semenzaio di San Sisto.

La storia di Grazia Nasi, che con le sue ricchezze salvò migliaia di ebrei, raccontata e cantata su melodie sefardite nello spettacolo “Di Gracia, la Señora: incontri con donne del passato”, al Festival della Spiritualità di Roma.

Martedi, 05/06/2012 - Data unica (per il momento!) quella di domani per uno spettacolo altrettanto unico. La voce intensa ed avvolgente di Evelina Meghnagi, grande interprete della tradizione musicale sefardita, narra e canta - in judeo-español - le rocambolesche vicende di Grazia Nasi, detta la Señora, figura emblematica del XVI secolo, che dedicò le sue immense ricchezze e la sua influenza all’opera di riscatto degli ebrei perseguitati in tutta Europa. Inserito all’interno del Festival Internazionale della Spiritualità DIVINAMENTE ROMA (giunto alla quinta edizione, sotto la direzione artistica di Pamela Villoresi), lo spettacolo del 6 giugno a Roma - Aranciera del Semenzaio di San Sisto, h. 20.45, Via Valle delle Camene 11 - rappresenta la prima tappa di un percorso che verrà ripreso e riproposto in autunno, con una scrittura drammaturgica più articolata. Oltre alla magica e suadente Evelina Meghnagi (voce e canto), l’Ashira ensemble è formato da Galliano Mariani (voce recitante), Domenico Ascione (chitarre e oud) ed Arnaldo Vacca (percussioni), mentre la mise en espace è di Anna Cianca. Evelina Meghnagi, fra una prova e l’altra, ci concede un’intervista, raccontandoci qualcosa in più del suo lavoro e dello spettacolo.



Chi era Grazia Nasi e come nasce lo spettacolo che portate in scena all'Aranciera del Semenzaio di San Sisto?

Gracia nasce a Lisbona nel 1510, era una ‘marrana’, ovvero un’ebrea convertita ma aveva segretamente conservato la fede nella religione ebraica. A causa delle varie persecuzioni che si avvicendano, sempre capendo quando era il momento di andarsene, si trasferisce con la famiglia prima ad Anversa, sotto gli Asburgo, poi a Venezia e Ferrara fino ad Istanbul. Essendo ricchissima e potente, lei ed altri membri della sua famiglia, usando il potere della loro ricchezza, non si preoccupano solo per la loro salvezza ma, grazie ai rapporti con i sovrani ed ai collegamenti dei loro commerci, creano reti per far fuggire e mettere in salvo i 'confratelli': si parla di alcune migliaia o addirittura decine di migliaia di ebrei tratti in salvo. Il suo sogno era quello di realizzare, in Palestina, una terra per tutti gli ebrei ma, arrivata a Tiberiade, muore prematuramente quando il progetto era solo all'inizio. Lo spettacolo Di Gracia, la Señora, messo in scena con l’Ashira Ensemble il 6 giugno presso l’Aranciera del Semenzaio di San Sisto, a Roma, è teatrale e musicale insieme: in parte è raccontato da me, come voce narrante, ed in parte dal nipote (quasi coetaneo, con cui Gracia ha condiviso la sua strada), Josef Nasi, interpretato da Galliano Mariani, come voce recitante. I canti che accompagnano lo spettacolo, da me eseguiti, insieme ai musicisti Domenico Ascione alla chitarra e oud, e Arnaldo Vacca alle percussioni, sono in judeo-espanol, la lingua che emigra con gli ebrei dalla Spagna (Grazia è di famiglia spagnola) e che 'viaggia' con loro nelle tante e diverse peregrinazioni della loro storia.



Qual è la tua formazione musicale, e come scegli le melodie e le canzoni da proporre al pubblico? Hai un tuo genere privilegiato o spazi fra vari generi/paesi?

Ho cominciato con la musica ebraica dopo anni di lavoro sulla musica di tradizione orale soprattutto italiana, con Giovanna Marini, Roberto de Simone, il Cantimpiazza. Nello specifico, mi occupo di musica ebraica del Mediterraneo, che canto in judeo-espanol, arabo, ebraico, aramaico.



Cos'è l'Ashira Ensemble, come si è formato e qual è il vostro repertorio?

Da molti anni faccio musica insieme a Domenico Ascione (chitarra e oud) e Arnaldo Vacca (percussioni), cui si aggiunge spesso un contrabbassista ed altri musicisti ospiti (fra cui Jivan Gasparian, Luigi Cinque, Mario Crispi, solo per citarne alcuni). Stiamo preparando un nuovo cd che comprenderà anche un allargamento a alcuni canti non ebraici, ma delle comunità mediterranee degli 'anfratti': grecanico, catalano e quant'altro: sono le melodie che mi chiamano!



Ritieni, attraverso il filo rosso della tua proposta musicale, di poter esprimere un femminile che cerca risposte alle tante battaglie universali che le donne hanno portato avanti nei secoli? In che modo?

'Radunati in 20.000 nel porto di Lisbona aspettarono, giorni, settimane, sperando di imbarcarsi, di partire.... le donne cantavano per tenere alti gli animi'. È una battuta della storia che raccontiamo nello spettacolo e mi sembra significativa. Quando l'inquisizione arriva in Portogallo, avviene questo fatto: vengono gettate, su quella povera gente stremata, grandi secchiate di acqua benedetta per battezzarli! Ecco: mi piace l’idea che le donne possano ‘cantare per confortare’, e per veicolare contenuti e significati, come avviene in certi canti popolari italiani, le passioni, per esempio, in cui con il pretesto della 'storia' si incita ad altro. M’interessa la capacità di trovare i canali meno canonici per far arrivare la propria voce e, spesso, le storie delle donne sono meno conosciute perché percorrono strade che non sono quelle del potere. Così mi affascina la figura di Grazia, che, pur essendo una donna potente ed avendo compiuto grandi opere, non è conosciuta quasi da nessuno. Fra l’altro, lei riuscirà a far pubblicare una bibbia in judeo-espanol (quelle esistenti erano tutte in ebraico) per permettere a tutti gli ebrei convertiti - che non avevano potuto studiare l'ebraico - di leggerla. Ed è il 1533!

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