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Dopo la lunga gestazione, l'Italia ha un Governo

Dopo la lunga gestazione, l'Italia ha un Governo

Tre mesi di crisi e trattative per arrivare al Governo Conte. Si poteva fare di meglio? Lo abbiamo chiesto ad alcune parlamentari: Monica Cirinnà, Laura Boldrini, Cinzia Bonfrisco, Maria Edera Spadoni, Sandra Lonardo

Giovedi, 07/06/2018 - E l'Italia finalmente ha un Governo. Ha tagliato il traguardo dopo 3 mesi di colpi di scena, polemiche, ripensamenti, marce indietro e poi improvvise accelerazioni che hanno fatto pensare ad un autobus impazzito.
Un autobus affollato e giudato tutto al maschile se si esclude la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che a tratti ha cercato di prenderne la guida, per entrare al Governo o per mettere sotto accusa il Capo dello Stato.
Ma se questo autobus fosse stato condotto da donne e avesse avuto le donne politiche, come passeggeri, le cose sarebbero andate diversamente?
La domanda è stata posta alle rappresentanti dei maggiori gruppi parlamentari e ha avuto esiti diversi. Pienamente convinta che le cose sarebbero andate meglio è la senatrice Monica Cirinnà, del PD; secondo lei "abbiamo assistito ad un tipico scontro tra maschi mentre l'atteggiamento pragmatico femminile avrebbe portato ad un decorso della crisi più ragionevole, evitando di arrivare al ridicolo, come è successo, ed evitando la crisi di una visione positiva del paese e del potere".
Più problematica la visione della ex presidente della Camera, Laura Boldrini di LeU, che dice "dipende. Dipende da quali donne perchè ci sono anche quelle che amano adattarsi al modello di potere maschile invece di essere loro stesse e non una brutta copia degli uomini. Io penso che, purtroppo, molte donne si limitino a copiare il modello proposto e allora non basta essere donne per cambiare le cose".
La senatrice Cinzia Bonfrisco , della Lega, pensa che "la trattativa per formare il nuovo Governo non sarebbe stata diversa, dato il forte cambiamento nel Paese richiesto dagli elettori. Anche le donne, portatrici a loro volta di una forte richiesta di cambiamento, si sarebbero trovate di fronte alle stesse difficoltà nel gestire un passaggio epocale dal secolo delle ideologie e del crollo del sistema dei partiti. Non è facile dotare la politica di una strumentazione diversa, eliminando le vecchie incrostazioni".
L'onorevole Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera eletta con 5 Stelle, pensa che non si sarebbe potuto fare meglio di quanto è stato fatto dal suo leader Luigi Di Maio, pressato oltre misura da uno scenario nuovo e che ha richiesto un approccio rivoluzionario. Però dice: "nella mediazione le donne sono molto brave, forse non sarebbe cambiato molto ma avrebbero dato un contributo per predisporre un complessivo piano antiviolenza a 360 gradi. Sul piano del contratto ci sarebbe certo stata una sensibilità più forte sui temi della famiglia, del tasso di natalità, sul gap salariale e sul lavoro post-parto". Secondo l'onorevole Spadoni nel contratto si sarebbe potuto anche parlare del Curriculum Anonimo, senza date di nascita o specifica di genere, come proposto in alcuni disegni di legge depositati da deputate di 5Stelle. Per Sandra Lonardo, senatrice di FI, " non si è proprio trattato di una questione di genere e le responsabilità più forti, nella lunga durata della trattativa, le evidenzio soprattutto nelle mosse del Capo dello Stato". Per la senatrice Lonardo il presidente Mattarella avrebbe dovuto dare incarichi esplorativi a Salvini e poi a Di Maio, visto che poi ha incaricato di cercare voti in Parlamento il professore Carlo Cottarelli. Ma a Salvini e Di Maio la senatrice Lonardo addossa una responsabilità: quella di non aver dato un segnale, del tanto pubblicizzato cambiamento, in tema di quote femminili; al Governo avrebbe voluto 40-50% di Ministri donne.
Fin qui le considerazioni sul passato, ma se la bacchetta del comando e la campanella passata a Giuseppe Conte fosse in mano loro, cosa farebbero innanzitutto? La Senatrice Bonfrisco si spenderebbe per aiuti alle imprese, l'on Boldrini dice "mi è impossibile pensarmi al posto di Conte, che accetta programmi fatti da altri e anche di avere accanto due "commissari politici" a sorvegliare il suo operato". L'on. Spadoni avrebbe a cuore il tema della lotta alla corruzione e, sulla criminalità organizzata, vorrebbe "accendere un faro" anche se nel recente passato ha avuto minacce mafiose per aver chiesto le dimissioni di un amministratore locale corrotto. Ma come vice presidente della Camera l'on Spadoni ha anche un obbiettivo da raggiungere, "le donne, dice, in politica sono spesso timide, si tirano indietro, pensano sempre che ci sia qualcuno migliore di loro. Io voglio dare un esempio, voglio dimostrare che le donne possono rivestire un ruolo importante, voglio essere presente e parlare quando vengono e verranno quì alla Camera, in visita, le scuole""

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