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Dedicato a Donatella Colasanti. Quaranta anni dopo.

Dedicato a Donatella Colasanti. Quaranta anni dopo.

- Donatella Mei torna in scena con uno spettacolo teatrale che ricorda il massacro del Circeo del 1975. Il coinvolgente monologo รจ dedicato a Donatella Colasanti in occasione del decimo anno della sua morte

Redazione Domenica, 04/10/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2015

 In occasione dei 40 anni dal fattaccio del Circeo e a 10 anni dalla morte di Donatella Colasanti, una delle vittime, l’attrice Donatella Mei ha portato di nuovo in scena a Roma "Si chiamava Donatella come me". Mei è anche autrice di un monologo a tinte forti “che vuole immaginare quello che Donatella Colasanti non ha detto e vuole ricordare quello che ci ha lasciato, dai versi alla fondamentale legge contro lo stupro, che anche grazie al suo processo viene considerato un reato contro la persona e non contro la morale”. Donatella Colasanti, vittima con Rosaria Lopez, che ne morì, del massacro del Circeo (1975) è scomparsa nel 2005 a causa di un cancro al seno. I trent’anni successivi alla violenza subita, la sua ricerca di giustizia, le lotte politiche, la scrittura, la sua passionale aggressività, la legge contro lo stupro, sono la materia viva su cui lavora Donatella Mei. Da qui il titolo, giocato anche su una similitudine anagrafica tra l'autrice e la Colasanti.



L’intenso monologo è un viaggio nell’anima della protagonista in cui ogni tappa è documentata dalla storia giudiziaria, dalle udienze, dal paradossale destino dei tre colpevoli, dal continuo confronto con la realtà e la sua metabolizzazione. Ad accompagnare la sua vita il dolore, l’eco della violenza subita e una costante ricerca di giustizia. Lei, dentro, la forza la trova e la lucidità che le ha permesso di non morire la tragica sera del massacro la conserva ma, per andare avanti annulla progressivamente i segnali che il corpo le manda e muore a soli 47 anni. “L’importanza di Donatella” è uno spettacolo di denuncia, ma anche di riflessione e di introspezione, sui meccanismi relazionali fra uomini e donne. Uno spettacolo di sorprendente attualità, che smaschera l'ipocrisia della parità: non bastano le leggi, le opportunità e i progressi fatti dalle donne in tutti i settori della vita pubblica ed economica. Di violenza maschile si continua a morire, anzi proprio laddove aumenta il potere delle donne, si inasprisce il conflitto con gli uomini.

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