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Così, pedalando. ho cambiato la mia vita... - di Stefano Villa

Così, pedalando. ho cambiato la mia vita... - di Stefano Villa

Adriana Anselmo, "l’unica donna a Genova che aggiusta di tutto". Poi altri appassionati di bici sono: Marco Mina, Paolo Fasce e Marco Adezati

Martedi, 04/08/2020 - Testo di Stefano Villa pubblicato in Pieni di giorni
Sui pedali si sposta ogni giorno, ci viaggia anche e si prende cura di ogni genere di biciclette nella sua officina, minuscola ancora per poco, perché presto si trasferirà a qualche decina di metri di distanza in spazi più grandi e adatti ad una attività che continua a crescere. Quando la incontro Adriana Anselmo dice “sai, adesso devo riparare 40 biciclette" e la distesa delle due ruote che la circondano sta lì a confermare l’impegno a soddisfare le tante richieste che le arrivano da ogni parte, segnale evidente di una passione ritrovata, crescente e inarrestabile, per le bici.
Adriana ne è protagonista da sei anni. Nel 2014 decide di ricominciare a pedalare, dopo vent’anni di scooter e compra una bici, senza pretese convinta che quell impulso sarebbe durato poco. Invece non riesce più a scendere di sella e per saperne di più sulla bicicletta frequenta con Scuola Bike un corso base di meccanica.
“Mi stavo organizzando una vacanza intorno al lago di Garda sui pedali e volevo essere pronta, nel caso avessi avuto qualche problema a risolverlo senza dover andare da un meccanico”. Poi i corsi si moltiplicano, meccanica avanzata, ruote, sospensioni, freni con Bike Italia sino a un masterclass di dodici giornate piene in tre mesi. E “all’improvviso senti che ti nasce un lavoro fra le mani”. Così Adriana che per undici anni ha lavorato in un’azienda di stampa digitale e allestimenti fieristici, pur “lasciandoci il cuore” comincia a progettare un cambiamento totale.
Dà un anno di preavviso, e comincia a cercare: un furgone per un’officina mobile o uno spazio fisso? Il problema è il budget limitato, ma poi arriva l’occasione: in via Nizza a Genova è disponibile un locale in muratura molto piccolo, prima era un’edicola e lei comincia da lì, in quella che ironizzando sugli spazi definisce “la mia bucofficina”, aperta il 10 dicembre 2018. Due giorni dopo arriva il primo cliente per
cambiare un cerchione.
Da allora non si ferma un giorno, salendo ogni mattina in sella dalla Valbisagno per riparare tutti i tipi di bicicletta nel suo laboratorio di fronte alla chiesa di San Pietro alla Foce. L’unica donna a Genova che aggiusta di tutto, continuando ad aggiornare le sue conoscenze tecniche e arricchendo la sua esperienza senza mai arrendersi a una difficoltà “perché bisogna fare ogni sforzo e non fermarsi mai, è il bello di questo lavoro dove l’ultramoderno coesiste con i vecchi modelli, non li sostituisce”. E infatti insieme ai problemi urgenti al sistema frenante di una mountain-bike ad alta tecnologia l’aspetta per esempio la ricostruzione “poco alla volta” per un cliente di una mitica Saltafoss, antesignana negli anni ’70 delle bici da cross con sospensioni, gomme dentate con grandi parafanghi, sella lunga, finto serbatoio e numero di gara, ideata da Giulio Ceriani trasformando una Carnielli Roma Sport che ha fatto sognare tanti ragazzi. “La prima regola per aggiustare una bici è osservarla bene per capire ciò che serve e poi iniziare”.
Adriana con tutta la mole di lavoro non riusciva più a trovare un posto per sistemare le biciclette e così ha trovato altri spazi dove si trasferirà presto. La sua officina sarà più grande, come la passione per le bici, del resto.
La passione di Marco Mina per i pedali invece è più antica. Lui lavora nella sede della Città metropolitana di Genova, l’ex Provincia, sopra piazza Corvetto e da oltre un decennio va in ufficio in bicicletta dalla sua casa a Sampierdarena. “Un modo di spostarsi che mi dà soddisfazioni  – dice – perché faccio movimento, uso un mezzo ecologico, risparmio rispetto a quando prendevo lo scooter e impiego quasi lo stesso tempo”. Marco, ci tiene a sottolinearlo, rispetta sempre le regole “però troppo spesso mi trovo alle prese con l’inciviltà e l’insofferenza degli automobilisti che non sopportano di incontrare una bicicletta”. Lui che in passato ha usato molto la MTB, salendo sino al Beigua anche con la neve, oppure sul Gazzo e sul Figogna “con tragitti belli, anche se impegnativi da Sestri Ponente e Panigaro per il Santuario della Guardia” per la città apprezza le nuove piste ciclabili. Concorda anche Adriana che però aggiunge “vanno collegate anche le periferie, solo così si forma una rete di punti strategici per la mobilità alternativa e bisogna risolvere i problemi per il parcheggio delle bici in città, oggi troppo difficile.”
Potremmo citarne di appassionati convinti. Due per tutti. Due presidi. Paolo Fasce dell'Istituto Nautico San Giorgio, Marco Adezati delle scuole genovesi di Circovallazione a Monte. Quest'ultimo, in pensione da agosto e pronto a saltare in sella e a girare mezza Europa già da ottobre, ha negli anni organizzato molte iniziative che avvicinavano gli scolari al mondo della bicicletta, Il primo, ancora per molto in cattedra da anni, combatte per far si che la citta sia dotata di piste ciclabili e su facebook ha sempre raccontato con brillantezza report sulle sue esperienze urbane e no sulle due ruote
Il mondo delle bici per nuove attenzioni e sensibilità è sempre più vasto e vivace. Possono dare punti di riferimento e indicazioni preziose anche la Federciclismo (FCI) www.fciliguria.it per gli sportivi agonistici e amatoriali e diverse associazioni per gli appassionati alla mobilità sui pedali, come ACSI www.acsiciclismoliguria.it , UISP www.uisp.it

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