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Colonia, seconda puntata

Colonia, seconda puntata

...A nessuno dei media ha fatto problema il ritardo delle denunce, sicuro indicatore sia di una strumentalizzazione sia della tradizionale reticenza delle donne a denunciare offese intime...

Domenica, 10/01/2016 -
Non sono disposta a farmi prendere per cretina dai media: se al resto del mondo piace così, non so che farci.

Sembra che nessuno abbia mai visto un poliziesco americano: a parte la frequenza di poliziotti (perfino degli sceriffi eletti dal popolo) corrotti o bisognosi della collaborazione di qualche signora possibilmente in giallo, si vedono in continuazione maschi col vizio dello stalker e picchiatori di mogli che, talvolta fedifraghe, si tengono botte e coltellate.

La destra nazionalista di Colonia ha colto l'occasione di attaccare pesantemente la Merkel e rilanciare la xenofobia. Ma - attenzione - i cartelli della protesta separata delle donne, rivelavano paure, proteste e richieste di sicurezza abbastanza sopra le righe. A nessuno dei media ha fatto problema il ritardo delle denunce, sicuro indicatore sia di una strumentalizzazione sia della tradizionale reticenza delle donne a denunciare offese intime. D'altra parte si suppone, infatti, che il 31 dicembre non fosse l'8 marzo e che non fossero in circolazione solo le donne: eppure non un giornalista ha osservato che in una piazza pubblica non solo mancavano i poliziotti ma nessun uomo presente si era accorto del casino in corso.

E' caduta la testa del capo della Polizia che aveva "minimizzato"; ma anche dopo il suo pensionamento non risulta che le indagini si siano indirizzate a verifiche di foto di cellulari e controllo di eventuali telecamere. D'altra parte nessun uomo si è presentato per collaborare e denunciare indizi.

Vogliamo dire che anche in Germania nessuno fa caso agli "scherzi" dei maschi, a meno che non siano maschi privi di diritto proprietario su donne tedesche? Ovunque alle elementari non tirano più su le sottane alle femmine solo perché le bimbe portano i pantaloni. Anche senza essere la Monroe sappiamo benissimo i termini degli apprezzamenti che vengono gridati da qualunque squadra di muratori al passaggio di una bella donna. Le spalle di tutte conoscono le mani "paterne" di anziani amici di famiglia e professori universitari. In autobus è sempre stato peggio: una vecchia francescana molti anni fa mi disse che l'abbandono del santo abito da parte degli Ordini femminili era dovuto ai tentativi di palpeggiamento di maschi a cui non pareva vero di farlo con una suora. Non siamo solo noi italiani più mediterranei e più maschilisti (forse anche meno eleganti): nessuno pone attenzione ad un problema che, per loro, non è serio. Semmai lo attribuiscono a qualcuno ritenuto inferiore. D'altra parte, un vigile urbano potrebbe redarguire un molestatore, se oggi in Parlamento forzitalioti e pentastellati dicono "troia" all'avversaria politica?

Mai vista tanta ipocrisia nel denunciare la vergogna degli stranieri islamici senza deplorare l'offesa alla dignità femminile. C'è infatti anche un problema delle donne musulmane, insaccate nel burqa in pubblico e truccate in casa per il piacere del loro padrone; un problema che ricade anche su noi europee scioccanti perché forse più svestite con le minigonne in strada che con le felpe in casa. Ma che il mancato ritrovamento dei colpevoli del 31 dicembre (speriamo che non se ne inventino qualcuno) la dice lunga sulla "normalità" delle molestie, reato giuridicamente ambiguo perché fondato su parola di donna contro parola di uomo.

Dicono che è stato fermato due o tre occidentali e un tedesco. Il fellone traditore che attenta all'onore nazionale.

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