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CASA DELLE DONNE DI ROMA: la Regione riconosce e il Comune revoca

CASA DELLE DONNE DI ROMA: la Regione riconosce e il Comune revoca

Si apre una nuova fase per il contenzioso tra l'amministrazione capitolina e il consorzio. La revoca della convenzione costringe a resistere anche in Tribunale

Martedi, 07/08/2018 - La Regione Lazio riconosce che la Casa Internazionale delle donne di Roma è una struttura e un sito di interesse pubblico, lo mette nero su bianco in una delibera di giunta che potrebbe aprire la strada ad una possibile risoluzione del contenzioso tra il Consorzio e l'amministrazione del Comune di Roma. In sostanza si prevede che sia misurabile l'impatto sociale delle prestazioni gratuite offerte ai cittadini e alle cittadine. Ecco la nota della Regione Lazio (2 agosto). "Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e Lorenza Bonaccorsi, assessora al Turismo e Pari Opportunità della Regione Lazio hanno presentato questa mattina una delibera di Giunta in sostegno della Casa Internazionale delle Donne dopo i recenti sviluppi del contenzioso aperto dal Comune di Roma e conclusosi con la revoca unilaterale della convenzione in essere da parte dell’amministrazione capitolina. La Regione Lazio, adottando questo atto, dichiara la Casa Internazionale delle Donne sito di rilevante interesse pubblico per il suo significato di testimonianza attiva e di concreto servizio sociale e culturale offerto a tutte le donne di Roma e del Lazio. La Casa Internazionale delle Donne, infatti, è da anni un presidio unico nel suo genere grazie anche alla presenza delle tante associazioni del movimento delle donne. Svolge con continuità un’opera meritoria di contrasto al razzismo e alle discriminazioni, e di sostegno alle donne in difficoltà. La Regione Lazio si impegna, inoltre, con questo atto di Giunta a misurare l’impatto sociale delle prestazioni rivolte a circa 30.000 donne ogni anno e rese a titolo del tutto gratuito dalla Casa Internazionale delle Donne, al fine di quantificarne il valore economico. Le istituzioni che mettono parte del proprio patrimonio immobiliare a disposizione di realtà come la Casa Internazionale delle donne, grazie a questa delibera, se vorranno, potranno ricorrere ad una metodologia rigorosa di computazione nei canoni di utilizzo degli immobili del valore dei servizi erogati".
Si apre forse uno spiraglio nella vicenda e la Casa Internazionale ha accolto con soddisfazione la delibera della Giunta Regionale, soprattutto perchè "viene riconosciuto il suo significato di testimonianza attiva e di concreto servizio sociale e culturale offerto a tutte le donne di Roma e del Lazio e conferma la disponibilità a misurarne l’impatto sociale". Questo atto è il frutto della sensibilità della Regione e "dell'impegno profuso dal Presidnete Zingaretti, dalla assessora Bonaccorsi e da consigliere regionali che si sono impegnate per questo obiettivo"; il Direttivo della Casa "ringrazia tutte le donne e gli uomini, artisti, professionisti, cittadine e cittadini, che con la loro attiva solidarietà stanno sostenendo la nostra battaglia. Ogni risultato è anche loro - e, prosegue la nota - il riconoscimento di interesse pubblico e l’affermazione della possibilità di considerare i servizi prestati dalle associazioni nella valutazione dei canoni di utilizzo del patrimonio pubblico sono due importantissimi elementi per consentire la soluzione non solo della vicenda del Buon Pastore, ma anche delle tante realtà di impegno sociale in difficoltà. Ci auguriamo che questa delibera possa utilmente contribuire alla soluzione del confronto in atto con l’amministrazione capitolina, in un clima di dialogo e di rispetto delle reciproche responsabilità istituzionali". 
Il giorno successivo, il 3 agosto, è stata notificata alla Casa la revoca della concessione alla Casa Internazionale delle Donne, che ha così commentato "dopo mesi di attesa di una risposta alle nostre proposte, il Comune di Roma ha pensato bene di agire il 3 di agosto. Solo oggi ci comunica che le nostre richieste e le nostre proposte, presentate a gennaio, sarebbero infondate e inaccettabili. Senza una parola di motivazione, senza nessuna documentazione a sostegno. Noi ci opporremo in tutte le sedi e continueremo a sostenere il progetto Casa Internazionale delle Donne, la sua autonomia e libertà. La Casa Internazionale delle Donne è una ricchezza della città, non costa un euro di denaro pubblico per la sua gestione, solo non riesce a pagare una parte di un canone del tutto sproporzionato e insostenibile. E vista la disponibilità espressa dal Comune di Roma a una transazione, avanzeremo una proposta, nei tempi più rapidi possibili".
Oltre che sul piano politico, la battaglia si combatterà anche nelle aule dei Tribunali.



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