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Lo scandaloso contributo delle donne alla scienza raccontato in “Marie Curie”

Lo scandaloso contributo delle donne alla scienza raccontato in “Marie Curie”

In uscita il 5 marzo, il film dedicato ad una delle più note scienziate della storia, fra ricerca, Premi Nobel e vita privata

Mercoledi, 04/03/2020 - In un momento in cui la scienza è alla ricerca di soluzioni per neutralizzare nuovi virus, non possiamo non ricordare, anche in clima di 8 Marzo, il contributo dato alla medicina ed alla ricerca sul cancro dalla grande scienziata Maria Salomea Skłodowska, il cui nome polacco venne trasformato nel più noto Marie Curie, dopo il suo matrimonio con il fisico Pierre Curie ed il trasferimento definitivo in Francia.
Per onorare simbolicamente tutte le donne scienziate, esce in questi giorni il film “Marie Curie” (trailer), diretto dall’autrice, sceneggiatrice e filmmaker Marie Noëlle (la regista ispano-francese che si è dedicata al cinema lei stessa dopo gli studi di Matematica ed un Master in Business alla ESCP Europe), che racconta le difficoltà che Marie dovette superare per poter esprimere il proprio talento, iscriversi alla Sorbona e laurearsi in fisica e chimica (poiché nella Polonia russa alle donne non era consentito l’accesso agli studi superiori), e farsi strada in un ambiente scientifico dominato dagli uomini, fino al riconoscimento delle sue doti.

La brillante intelligenza di Marie, e le sue tendenze verso il mondo scientifico, si erano manifestate fin da piccola ma, a causa di una situazione economica non felice, la scienziata fu costretta a lavorare per anni come governante per mantenere se stessa e l’amata sorella Bronisława agli studi di Medicina. Finalmente, nel 1891 si iscrive alla Sorbona dove conoscerà il futuro marito Pierre, e i loro studi ed il loro sodalizio traghetteranno la coppia a ricevere il Premio Nobel per la scoperta della radioattività: il film racconta gli anni più turbolenti della vita di Marie Curie, quelli compresi tra il 1903, anno in cui Marie e Pierre Curie si recano a Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la Fisica, e il 1911, quando, alcuni anni dopo la morte di Pierre, investito da una carrozza, in occasione dell’assegnazione del suo secondo Premio Nobel per la Chimica, per la scoperta del radio e del polonio - in una situazione completamente diversa, ormai vedova, senza la ‘protezione del matrimonio’ - Marie destò scandalo per la sua storia col matematico (sposato) Paul Langevin, al punto che l’Accademia le consigliò di non presentarsi a ritirare il premio. Consiglio al quale Marie non obbedì ed andò invece a ritirare il Premio a testa alta.
«Chi era Marie Curie? – scrive la regista - una brillante scienziata, come tutti sanno. La sua biografia è qualcosa di leggendario. Scoprendo il radio, questa donna eccezionale ha dato un considerevole contributo alla battaglia dell’umanità contro il cancro. Ma chi era la donna dietro la mitica icona della scienza che nel corso del tempo è diventata? La vita la mise di fronte a molte sfide che dovette affrontare con coraggio e perseveranza enormi, poiché verso le donne che intendevano occuparsi di scienza, ed erano determinate ad avere successo nel loro campo, c’era ostilità e discriminazione”.

Marie rappresenta la donna contemporanea, che non si accontenta, che non si lascia intimidire, professionista infaticabile, madre e compagna tenace e resiliente, ma anche e soprattutto se stessa con le sue fragilità e aspettative. Si dice che ancor oggi nell’ambiente scientifico le donne siano sotto-rappresentate: globalmente, oggi la percentuale di scienziate donne è del 29%, e scende ulteriormente man mano che si sale ai massimi livelli della ricerca. L’ex-ministra tedesca all’Educazione Johanna Wanka ha dichiarato che: “la scienza ha urgente bisogno di donne altamente qualificate”, da qui la necessità, ora come non mai, di scienziate che rappresentino modelli in grado di motivare molte più giovani donne ad intraprendere la carriera scientifica e ad implementare la propria partecipazione attiva in tutti i campi.

“Marie è stata la prima docente donna alla Sorbona - continua la regista - la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Fisica e, a tutt’oggi – la sola donna ad aver vinto due Nobel in due categorie diverse. Tuttavia non le fu permesso di manifestare i propri sentimenti: il suo successo fu tollerato fintanto che Marie si prodigò devotamente e altruisticamente nelle sue ricerche accanto al marito. Una volta rimasta sola, diede scandalo osando mostrare i propri sentimenti per il fisico Paul Langevin e imparò a sue spese che ragione e passione non sempre sono compatibili. L’esperienza di Marie Curie è esemplare per la vita di tutte le donne impegnate in settori tradizionalmente maschili».

Interpretato da Karolina Gruszka nel ruolo di Marie Curie, distribuito da Valmyn e coprodotto da Germania, Francia e Spagna, il film è basato su documenti originali, quali i diari e le lettere di Marie Curie, i rapporti di laboratorio e i giornali dell’epoca, ed uscirà nelle sale italiane il 5 marzo.

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