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“Magari”: in streaming su RAIPLAY l’opera prima  di Ginevra Elkann, con Alba Rorhwacher

“Magari”: in streaming su RAIPLAY l’opera prima di Ginevra Elkann, con Alba Rorhwacher

Primo di otto film sostenuti dall’iniziativa “La RAI con il cinema italiano”

Mercoledi, 27/05/2020 - Nonostante le riaperture del dopo quarantena procedano spedite, sia pur con le dovute cautele, com’è noto i cinema tardano a riaprire: si parla del 15 giugno ma, ancora, è tutto da definire. Nel frattempo a sostenere il cinema italiano d’autore, di registe e registi, ci pensa Rai Cinema che attraverso Raiplay, la piattaforma della RAI, ha lanciato un’iniziativa lodevole, otto film destinati alle sale cinematografiche e progettati per avere una distribuzione tradizionale, vengono trasmessi gratuitamente in streaming su RaiPlay come piattaforma di lancio, e alcuni fra questi arrivano direttamente su RaiPlay dopo l’uscita in sala. Otto film per otto settimane.
“Anche se la fruizione nelle sale è unica e irripetibile - afferma Elena Capparelli, Direttrice di RaiPlay - c’erano molti film di qualità in uscita, e si è deciso di lanciare qui otto storie di valore che, anche senza le sale, avranno così un’opportunità di diffusione, la prima fra queste è ‘Magari’, di Ginevra Elkann” (trailer). Ogni giovedì uscirà su RaiPlay un nuovo titolo: il primo film lanciato in streaming su RaiPlay, il 21 maggio, è stato “Magari” (che doveva uscire in sala a marzo), della produttrice e regista Ginevra Elkann, con Riccardo Scamarcio e Alba Rorhwacher, storia di una famiglia complessa e un po’ disfunzionale, ispirata a ricordi autobiografici della regista (nipote di Agnelli e sorella di Lapo e John), che mette insieme, in modo delicato e credibile, elementi familiari (i genitori separati e i due fratelli), ambientali (una vacanza a Sabaudia) ed atmosfere vintage degli anni Ottanta e Novanta, identificandosi con la piccola Alma, la giovanissima protagonista che sogna ad occhi aperti di vedere riuniti i propri genitori, trasformando le realtà spiacevoli attraverso l’immaginazione e il racconto di storie.
“Volevo rientrare negli anni Ottanta e Novanta - racconta la regista - rientrare nella memoria e nella storia di questa famiglia, volevo parlare di un’idea di famiglia, una famiglia molto imperfetta, e raccontare quei momenti vissuti da piccoli, quelle emozioni universali, che fanno di noi quello che siamo oggi. Ogni personaggio racconta le proprie aspirazioni, così come la bambina che ha una sua idea precisa di ciò che dovrebbe essere o meno una famiglia, il film è un affresco intimo”. Co-sceneggiatrice della pellicola è Chiara Balzini con la quale Ginevra ha confrontato ricordi d’infanzia, impressioni generali e scritto il film a quattro mani.
Tre fratelli, Alma, Jean e Sebastiano, lasciano per un breve periodo Parigi, la città dove vivono con la madre ed il nuovo compagno di lei, in un nucleo rigido e conservatore, per trascorrere un periodo di vacanza con il padre scrittore e sceneggiatore distratto e un po’ scapestrato (bravo nel ruolo Riccardo Scamarcio): dalla vacanza in montagna ipotizzata il gruppetto familiare, al quale si aggiunge l’assistente e nuova fiamma del padre, Benedetta (interpretata da una sempre aggraziata e ironica Alba Rorhwacher) ripiega su una casa di amici a Sabaudia, proprio di fronte al mare, amici che si aggiungeranno nel finale alla comitiva a simboleggiare la famiglia allargata.
Tra piccole avventure, nuove conoscenze, scoperte, drammi, abbandoni, sogni e quotidianità, avvolti dalla natura selvaggia e imponente delle dune di Sabaudia - in quegli anni luogo di vacanza e rifugio di molti intellettuali - qualcosa accade, la vita si trasforma e i ragazzi ‘crescono’, verrebbe da dire, nonostante e con gli adulti di riferimento.
“Benedetta, il mio personaggio - racconta Alba Rorhwacher - si lascia coinvolgere dai ragazzi, è disposta ad accettarne l’affetto. Ginevra, da subito, ci ha immersi in un mondo concreto e autentico, fatto di sensazioni e memorie, un suo mondo che è diventato presto anche il nostro, e subito i personaggi da noi interpretati esistevano. A poco a poco questo nucleo ‘strampalato’ è diventato autonomo, grazie al potere quasi magico della regista”.
Prossimo titolo della rassegna, su Raiplay da giovedì 28 maggio: “Bar Giuseppe”, di Giulio Base, una storia di accoglienza già presentata alla Festa di Roma 2019.

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