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“Da Venezia a Roma”, il grande cinema si guarda in sala

“Da Venezia a Roma”, il grande cinema si guarda in sala

Parte la rassegna cinematografica “Da Venezia a Roma”, giunta quest’anno alla sua venticinquesima edizione, che si svolgerà dall’11 al 25 settembre in diversi quartieri della Capitale

Mercoledi, 11/09/2019 - L’eco della “Mostra internazionale d’arte cinematografica” di Venezia resta viva e si propaga nelle sale della Capitale. A pochi giorni dalla conclusione, ecco partire la rassegna “Da Venezia a Roma”, giunta quest’anno alla sua venticinquesima edizione (mentre il festival originale è arrivato al numero 76), che si svolgerà dall’11 al 25 settembre.
Per i cinefili romani si tratta ormai di un appuntamento tradizionale con il grande cinema in sala, modalità di fruizione della settima arte a difesa della quale opera strenuamente l’ANEC, l’associazione degli esercenti cinematografici, promotrice dell’iniziativa.
La conferenza stampa di presentazione è stata condotta da Piera Bernaschi, presidente dell’ANEC-Lazio, che ha evidenziato come anche quest’anno l’organizzazione sia riuscita ad ottenere alcuni dei film di maggior interesse e destinatari di prestigiosi premi.
È da segnalare l’assegnazione della Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile ad Ariane Ascaride, la bravissima attrice francese di origine armena, anche stavolta protagonista in un film di Robert Guédiguian: da questo sodalizio artistico e umano è uscito “Gloria Mundi”, nuovo capitolo della saga morale non dichiarata sui guasti prodotti dal turbocapitalismo.
Da un’artista consolidata a un’esordiente: “Babyteeth” è la toccante opera prima dell’australiana Shannon Murphy, in grado – tra l’altro – di dirigere mirabilmente un giovane attore come Toby Wallace che si è così aggiudicato il Premio dedicato a Marcello Mastroianni.
Altro esordio significativo è quello dell’attrice Mariana Di Girolamo in “Ema”, del quarantenne regista cileno Pablo Larraín, autore di opere notevoli (“Tony Manero”, “No - I giorni dell'arcobaleno”, “Neruda”), che stavolta firma una “meditazione sul corpo umano, sulla danza, sulla maternità”.
Tema, quest’ultimo, centralissimo naturaliter, come dimostrato anche dal basco “Madre”, di Rodrigo Sorogoyen.
Insomma, una “Venezia a Roma” ricca, ricchissima di presenze femminili, in un amplissimo ventaglio di ruoli.
A conclusione della conferenza stampa di ieri, dopo gli interventi di Laura Delli Colli, presidente della Fondazione “Cinema per Roma”, e di Miriam Cipriani, direttore per la cultura e le politiche giovanili della Regione Lazio, è stato il turno di Francesco Ranieri Martinotti, curatore artistico delle “Giornate degli autori”, il quale ha sottolineato la presenza, in questa speciale sezione del Festival di Venezia, di ben sei cineaste, selezionate per la qualità della loro opera.

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