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ALPINI, MOLESTIE E ANCHE LINGUAGGIO  - di Giovanna Covi

ALPINI, MOLESTIE E ANCHE LINGUAGGIO - di Giovanna Covi

La diretta Rai sugli Alpini: alcune considerazioni sul linguaggio e sulla cultura patriarcale

Domenica, 20/05/2018 - Domenica 13 maggio 2018-Rai3 diretta TV nazionale e poi regionale per la sfilata dell' Adunata degli Alpini a Trento (residenti in tutto il Comune: poco più di 100mila, partecipanti all'Adunata in centro città: 500mila; a sfilata dura dalle 9 del mattino alle 9 di sera ed è preceduta da due giorni di attività molto partecipate--senza dubbio un evento molto popolare), in tarda mattinata sul palco Mattarella, Pinotti e Casellati: la giornalista Stella Antonucci proprio non riesce a dire Ministra e neanche la Presidente e nemmeno la Comandante quando intervista, non ce la fa, si impappina, come se non ci fossero abbastanza maschi in giro declina anche le poche donne al maschile, il suo collega è più rispettoso delle differenze di genere, ma da solo non basta.
Sono importanti questi momenti TV molto popolari. In questi momenti i media hanno molto potere, e purtroppo in questi momenti i media cedono alla conservazione. Che sia un disegno, non una distrazione, vediamo chiaramente nelle nuove popolarissime serie TV 2018: Don Matteo 11 dove la donna viene chiamata IL CAPITANO, Il Capitano Maria il cui eloquente titolo ribadisce l'invito a non dire LA CAPITANA.
Peccato, sarebbero state occasioni per fare quel che una TV pubblica dovrebbe fare: intrattenimento ed educazione insieme. Non è così. E dunque non sorprendiamoci se le molestie e violenze di genere restano ANCHE un problema culturale.
Insieme alla solidarietà e al plauso per le numerose donne e pochi uomini (solo l’esponente di ArciGay, che mi risulti) che a Trento hanno alzato la voce e detto pubblicamente BASTA alle molestie subite dagli Alpini, diciamo forte, che gli Alpini esprimono la cultura dominante di tutto un paese che tollera, quando non sostiene e si diverte,fiumi di alcool accompagnati da canti goliardici e sessisti, a volte anche razzisti.
Senza nulla togliere all’opera di volontariato svolta dagli Alpini per la Protezione Civile, forse una RAI meno patriarcale nelle trasmissioni di massimo ascolto, avrebbe ridotto il consenso cieco alle esibizioni di forza militare e all’espressione di una virilità che si sa dire solo con vino e birra e il possesso della “femmina”.
Giovanna Covi

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