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Alessandro Garilli con ‘Lee and Me’ racconta di abusi, vittime, carnefici e giustizia

Alessandro Garilli con ‘Lee and Me’ racconta di abusi, vittime, carnefici e giustizia

Il docu-film girato nella Casa Circondariale di Velletri andrà in onda su Amazon Prime in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Martedi, 21/11/2023 - Un accostamento apparentemente azzardato, esteticamente e narrativamente, in realtà riuscitissimo, quello fra la storia di Lee Miller (nota modella, fotografa e fotoreporter americana del Novecento, vittima di abuso) e quella del kosovaro Sami (un sex-offender detenuto in carcere con una storia drammatica di violenze subite nell’infanzia), messe a confronto nel bellissimo e molto attuale docu-film “Lee and me”, scritto e diretto dal regista mantovano Alessandro Garilli, da sempre interessato a tematiche socialmente impegnate.

Girato interamente nella Casa Circondariale di Velletri è strutturato come una graphic novel in bianco e nero. “Lee and Me” è un viaggio nella vita di una donna, Lee Miller per l’appunto, che ha subito da bambina una violenza reiterata, e di un uomo (il kosovaro Sami) che ha commesso un abuso per il quale è stato arrestato molti anni dopo. Due storie, distanti nello spazio e nel tempo, che però mostrano un doloroso punto di contatto e che si aprono in un dialogo attorno ad un tema duro, crudo (reso nel film in modo attento e poetico anche grazie ai disegni di Michele e Federico Penco).

La peculiarità dell’opera risiede, oltre che nell’affrontare un problema drammaticamente attuale, nello scambio narrativo che avviene nel corso del documentario. Nella prima parte la vita della musa americana Lee Miller (simbolo femminile di indipendenza ed emancipazione) è narrata da Sami e da altri sei sex offenders (che, come il giovane kosovaro, erano detenuti al momento delle riprese). Le prove e le riprese di questa prima frazione sono state realizzate esclusivamente all’interno del carcere e sono frutto degli incontri avvenuti tra il regista ed i narratori, sempre in presenza della psicologa e psicoterapeuta operante nella casa circondariale. Nella seconda parte, invece, la vicenda di Sami è raccontata dalla stessa Lee, ovvero dall’attrice Alice La Manna, che nel film interpreta il ruolo dell’icona d’oltreoceano.

“Raccontare la vita di una persona – afferma il regista Alessandro Garilli – richiede al narratore stesso un ascolto e l’essere disposti ad ascoltare è il punto di partenza per un dialogo. A ben vedere, dunque, ‘Lee and Me’ è un dialogo, non solo fra carnefice e vittima, ma, in senso più generale, fra uomo e donna; tale dialogo (che supera la barriera temporale) si sviluppa con un duplice intento: da un lato favorire la redenzione di chi ha commesso un errore e dall’altro fornire alla vittima la possibilità di non sentirsi più un mero oggetto, ma di essere presa (finalmente) in considerazione come essere umano violato. L’idea alla base della scrittura del film parte, dunque, dal presupposto che per iniziare a scardinare l’orrenda ‘cultura dello stupro’ è necessario mostrare uomini che, pur essendosi macchiati di violenza nei confronti di donne, abbiano maturato un reale pentimento e siano pronti a svelarlo”.

Ciò è proprio quanto si propone di fare oggi la giustizia riparativa, un approccio di giustizia ‘parallelo’, mai sostitutivo a quello ufficiale, che considera il crimine, non solo come il superamento di una norma, ma principalmente come una violazione delle persone e delle relazioni interpersonali, come una rottura dei legami sociali che, nell’incontro fra vittima e ‘carnefice’ tende a ricostruire un legame sociale, al di là dell’esito.

Durante tutto l’arco del documentario, le vicende di Lee Miller e di Sami sono attraversate dai commenti di Maria Rita Parsi (nota psicoterapeuta, docente, saggista e scrittrice) che affronta i vari temi portando il pubblico nella mente di una bambina (o un bambino) che subisce un abuso e nell’animo di chi invece, “vampirizza una vita”, compiendo violenza sessuale, parlando della cultura che porta ancora oggi molti uomini a considerare ‘proprio’ il corpo delle donne, come un vero atto di potere.

Ad impreziosire il progetto le interviste della Dott.ssa Cristina Matranga Direttore Generale ASL Roma 4, la Dott.ssa Fabiola Elia Esperto Ex Art. 80, Psicologa e Psicoterapeuta, la Prof.ssa Lucia Lolli Dirigente Liceo Vian di Bracciano e il Criminologo Forense Investigatore Dott. Gianluca Di Pietrantonio.
L’opera è stata presentata presso il cinema Eden alla presenza del regista, Alessandro Garilli, del produttore, Claudio Zamarion, della dott.ssa Maria Rita Parsi, e di tutte le istituzioni che hanno partecipato al progetto con interviste o contributi di vario genere.
Lee and Me è distribuito da Minerva Pictures, prodotto da Angelika Vision in collaborazione con ‘Tutto per Amore Ugo Giorgio Bademer Onlus’ e Fondazione Conad , con il contributo del MIC. L’opera è stata realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e L’ Audiovisivo, in collaborazione con Associazione Culturale L’ Agone Nuovo e ICTA.

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