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A Bologna con Anatomie Auliche l'arte è contro la violenza sulle donne

A Bologna con Anatomie Auliche l'arte è contro la violenza sulle donne

Il messaggio dell'installazione di Anna Boschi è 'Le mani addosso NO', installazione esposta dal 18 al 30 novembre e realizzata a cura di Angelamaria Golfarelli

Sabato, 02/11/2019 - “Le mani addosso NO”. È il messaggio proposto dall’artista Anna Boschi con un’installazione: 12 tavole riproducono un’unica immagine adottando 12 diversi pensieri dedicati alla violenza sulle donne da altrettanti illustri personaggi. L’installazione sarà esposta a Bologna (Palazzo d’Accursio, Manica Lunga - Piazza Maggiore, 6, ore 17) fino al 30 novembre e l’inaugurazione è fissata il 18 novembre.
“Anatomie Auliche” è il titolo dell’esposizione realizzata a cura di Angelamaria Golfarelli e promossa da UDI Bologna con il Patrocinio del Comune di Bologna (Assessorato alle Pari Opportunità) con la collaborazione di Auser Bologna e dell'Associazione culturale Youkali APS. All’inaugurazione interverranno Susanna Zaccaria (Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Bologna) e Katia Graziosi (Presidente UDI Bologna).
Nell’ambito di questo evento, il 21 novembre (ore 16,30 Sala anziani di Palazzo d'Accursio), è prevista “Ma le voleva bene... (La violenza sulle donne con le paole delle donne)”, una performance realizzata a cura dell'Associazione culturale Youkali APS. Simona Sagone sarà la voce recitante e Mirco Mungari parteciperà come polistrumentista, sul palco ci sarà anche l'artista Anna Boschi.
“Il tema della violenza sulle donne è, negli ultimi anni, diventato di scottante attualità - spiega Angelamaria Golfarelli, curatrice della mostra - ed è sempre più difficile affrontarlo esaminando tutti gli aspetti che ne sono causa. Non è quindi facile trovare le giuste parole per descriverlo e pensarlo senza farsi sopraffare dal dolore e dal profondo senso di impotenza che questo produce. Ma affrontarlo attraverso la sensibilità di un'artista come Anna Boschi ci è sembrato che fosse la migliore offerta, lontano dagli stereotipi e da quella spettacolarizzazione banale e ambigua con cui invece spesso lo vediamo sviluppare dal sistema mediatico. Con “Le mani addosso NO” Boschi entra in una dimensione di profonda connessione con il tema della violenza sulle donne ma al tempo stesso si distacca dall'idea di urlare il suo pensiero e ci conduce all'interno di un disegno complesso dal quale non è facile sottrarsi. Perché la violenza sulle donne ci tocca tutte e tutti e non è solo uno degli aspetti della violenza in generale ma un più preciso e puntuale attentato alla libertà, all'emancipazione e all'autodeterminazione femminile”. È proprio la chiave narrativa a fare la differenza perché “con i 12 pannelli l'artista ci chiede di ascoltare le voci diverse attraverso cui si esprime all’unisono il divieto assoluto di violare il corpo delle donne e quella necessaria solidarietà a fare si che di un evento che non ci succede possiamo comunque accusare l’offesa. Dodici pannelli che, replicando un'unica immagine, confermano nel loro ripetersi la ferma negazione alla violenza sulle donne aggiungendo concretezza al pensiero e alle voci diverse che in essi esprimono il loro forte dissenso. Ma anche 12 momenti per sperare e per credere che da questa situazione estraniante si possa uscire coltivando cultura e bellezza andando verso un'unione sincera ed autentica che, senza privarsi della gentilezza e della compassione, si porga di fronte all'altro come queste dodici opere. In accordo pieno con i propri principi, ma ribadendo con fermezza, al mondo il rifiuto della violenza sulle donne. Una corale e singolare ipotesi di risoluzione che deve per forza essere volontà di tutte e di tutti e che, come la dozzina di candide rose simbolo di purezza, offerte in segno d'affetto e ammirazione siano molto di più del gesto in sé, ma la promessa di superare l'idea assurda di potersi appropriare di un corpo come di una merce senz'anima. E sancendo definitivamente che il diritto non può essere fondato sul desiderio e le donne è giusto che possano negarsi e respingere. Perché solo nella reciprocità degli intenti si raggiunge la vera unione”.

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