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 UDI: 8 marzo 2018. DA DONNA A DONNA, DI DONNA IN DONNA

UDI: 8 marzo 2018. DA DONNA A DONNA, DI DONNA IN DONNA

Da più di cento anni l’ 8 marzo è un appuntamento di lotta per ottenere diritti, per affermare diritti. Il messaggio dell'Udi per la Giornata Internazionale delle Donne

Martedi, 27/02/2018 - 8 marzo 2018
DA DONNA A DONNA, DI DONNA IN DONNA

Da più di cento anni l’8 marzo è un appuntamento di lotta per ottenere diritti, per affermare diritti.
Di generazione in generazione sempre più donne si passano una testimonianza di responsabilità verso se stesse inventando nuove parole, nuovi percorsi, nuovi orizzonti, portando avanti la lotta per la libertà di scegliere, scoprire, decidere, essere, vivere.
Dalla nostra storia continuiamo a testimoniare l’antifascismo e l’impegno per la libertà e la democrazia che le donne italiane hanno conquistato passo dopo passo cominciando dalla Costituzione repubblicana.
Vogliamo affermare la libertà di attraversare ogni confine per il diritto alla vita e alla dignità e il diritto di abitare in pace.
Contro le azioni e le mistificazioni che di ogni spazio fanno mercato e di ogni persona merce, oggi molte donne sentono che incrociare le braccia può essere un modo per sovvertire il mondo.
Noi speriamo di arrivare un giorno a realizzare lo sciopero globale delle donne dal lavoro produttivo e riproduttivo, uno sciopero che assumendo lo strumento storicamente contrattato dentro i diritti sindacali del lavoro dipendente, lo trasforma in un gesto di sottrazione che rende visibili tutti i lavori invisibili e sfruttati in cui sono ancora confinate moltissime donne.
Un gesto che oggi possiamo esprimere in molti modi, scegliendo quando come e dove manifestare insieme, quali scelte individuali e quali scelte collettive possiamo praticare perché sostenibili dalle nostre vite.
Sappiamo che i lavori della riproduzione, nella manutenzione delle case e di ogni ambiente, nell’assistenza, cura, educazione, accompagnamento delle persone di ogni età e condizione, nella pratica, invenzione e trasmissione del sapere, nella tutela della salute e cura della malattia, in tutte le forme dell’organizzazione sociale, sono il fondamento dell’esistenza e della possibilità produttiva.
In molti lavori della riproduzione lo stesso diritto di sciopero è infatti limitato dal rispetto per le fondamentali necessità della vita.
Le donne si occupano della vita, secondo i dati del Censis, per una media di tre ore al giorno più degli uomini, perciò se le donne incrociano le braccia si ferma il mondo.
Possiamo fermarlo per il tempo utile a renderci visibili ovunque, nei luoghi pubblici e privati, nelle relazioni sociali e in quelle più intime, nei luoghi della politica e in quelli del mercato.
Possiamo fermare anche le attività che svolgiamo nel ruolo di consumatrici, terminali a cui ammicca il mercato con la pubblicità usando i nostri corpi come materia inerte da plasmare e le nostre vite come contenitori da sfruttare per il profitto.

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