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59a MOSTRA INTERNAZIONALE del NUOVO CINEMA di PESARO

59a MOSTRA INTERNAZIONALE del NUOVO CINEMA di PESARO

La cine-kermesse è tra le più vecchie e d’eccellenza d’Italia, dopo la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

Sabato, 17/06/2023 - Il Pesaro Film Festival o - per più filologicamente definire l’evento - La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro inizia oggi, per la 59a volta, e durerà fino al 24 giugno prossimo.
Tante son, infatti, le sue edizioni: è uno dei cine-festival più prestigiosi e vecchi d’Italia, dopo la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, da cui si differenzia, da sempre, per la sua unica e particolare ricerca di cinematografie diverse, lontane, di sperimentazione.
E’ stata fondata nel 1965 da Bruno Torri e Lino Miccichè – lui ne fu il direttore fino al 1982 - con la collaborazione di Pier Paolo Pasolini, che aveva definito Pesaro ‘un luogo dell’anima’ e Bernardo Bertolucci.
Negli anni a seguire ne son stati direttori Marco Müller, Adriano Aprà, Andrea Martini e Giovanni Spagnoletti. Da alcuni anni il festival è diretto da Pedro Armocida.

L’evento-film d’apertura in piazza sarà FLASHDANCE, in omaggio ai suoi primi splendidi 40 anni, il ‘cult-movie’ di Adrian Lyne, magnificamente interpretato (e danzato) da Jennifer Beals.



La peculiarità della cine-ricerca della 59a edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro di quest’anno è contestualizzata, nel suo àmbito, ad un programma dedicato all’intersezione tra arte contemporanea e cinematografia.
In esso presenti due percorsi in cui analogico e digitale concorrono alla creazione di nuove forme di racconto, estetiche ed etiche, attraverso l’arte di Federica Foglia ed Erik Negro. Un’esposizione su un doppio binario che si amplia e si completa con film ed interviste su Rai 3, all’interno del programma Fuori Orario cose (mai) viste, nella notte di venerdì 23 giugno.
Federica Foglia è un’artista visiva che opera tra il Canada e l’Italia. Si interessa di questioni d’immigrazione e di identità, di donne della diaspora e di temporalità, alla ricerca di un linguaggio estetico che le possa esprimere. La sua pratica si inserisce nel contesto del cinema sperimentale materialista, con una particolare propensione per il cinema tattile, riciclato, amatoriale, camera-less. Erik Negro (1990) si occupa di cinema documentario e sperimentale.

Nell’àmbito del Festival anche un primo ‘focus’ su Rosalind Nashashibi, lunedì 19 giugno dalle 15, presso il Teatro Sperimentale e martedì 20 presso la Sala Pasolini. Nata nel 1973, Nashashibi è un’artista anglo-palestinese che vive a Londra e lavora principalmente con pellicole 16 mm, ma realizza anche dipinti e quadri dedicati a scorci di quotidianità fusi con elementi mitologici.

Ed un altro ‘focus’, particolarmente interessante che si terrà giovedì prossimo, alle 17.30, riguarda la regista Milena Gierke, tedesca di Francoforte sul Meno, classe 1968.

Cresciuta dal 1989 al 1994 alla Frankfurt Hochschule für Bildende Künste, Städelschule, in particolare con Peter Kubelka che insegna “Film + Kochen” (Film e cucina), nel 1994 si iscrive alla Cooper Union di New York City, dove studia scultura con Hans Haacke e Storia del Cinema con James Hoberman. Fra i docenti vi erano anche esponenti del cinema d’avanguardia americano, come Ken Jacobs e Robert Breer. Nel 1995 Jonas Mekas, che ha fortemente influenzato la forma diaristica adottata dalla Gierke, organizzò una retrospettiva di tre ore dei suoi film allo Anthology Film Archive. Fa parte dal 2001 del gruppo di curatori “Filmsamstag” presso la Filmkunsthaus Babylon di Berlino, città dove vive dal 1998.

"Nel corso della mia crescita culturale, esperienziale e professionale – afferma la regista – in prima istanza ho incontrato dei pittori, che mi hanno influenzato fin da bambina; i registi ed i fotografi solo più avanti, quando studiavo. Tra i pittori, soprattutto gli antichi maestri fiamminghi e olandesi, come Vermeer, Rembrandt, e poi Velazquez, Dürer, Van Gogh, Munch, Paula Modersohn-Becker, gli Impressionisti ed ancor più Matisse – che molto è ‘citato’ nelle sue opere, come in quella riportata in ‘imago’".

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